Mogol: «Io, Lucio e le canzoni. Il mio erede? L’autore di Arisa»

Giulio Rapetti racconta i suoi ottant’anni al Cet di Tuscolano tra ricordi, curiosità e futuro

Giulio Rapetti, in arte Mogol

Giulio Rapetti, in arte Mogol

Avigliano Umbro, 6 settembre 2016- Ottanta primavere che hanno scolpito la storia della musica leggera italiana e quello pseudonimo che richiama in automatico il nome di Battisti. Giulio Rapetti, in arte Mogol, è appena tornato nella sua splendida residenza al Cet, la scuola in cui si formano cantati, musicisti e autori in mezzo ai boschi di Toscolano, ad Avigliano Umbro. Sono giornate intense per Rapetti che è in giro per l’Italia per festeggiare un compleanno importante, non solo per lui, ma per le generazioni la cui vita è stata scandita dalle sue canzoni. L’immensa casa gli riserva un pò di quiete nei giorni in cui Rai Uno gli rende omaggio con uno special in prima serata. Il tempo per fare qualche riflessione anche su questo luogo che ha trasformato in una fucina di talenti. Il futuro musicale passa anche da questo luogo a cui Mogol è legatissimo.

Ma qual è la sua canzone preferità?

«In verità non c’è. Ci sono dieci o quindici canzoni alle quali mi sento più legato».

Lei ha cominciato accanto a suo padre Mariano, direttore della Ricordi. Che rapporto avevate e quanto ha inciso sulla sua carriera?

«Quello con mio padre è stato come capita a tutti un rapporto di grande affetto. Ho avuto con lui l’occasione di proporre alcune mie versioni di canzoni straniere. Poi ho lavorato con altri».

Il suo rapporto con Lucio Battisti. C’è qualcosa che non è stato mai raccontato?

«Credo di no. Il nostro incontro risale al 1965. Come andò? L’ho raccontato nel libro « Il mio mestiere è vivere la vita». Mi fece sentire due canzoni. Non sono granché, dissi. Ha ragione mi rispose. Gli dissi di ripassare più avanti, che avremmo provato a scrivere qualcosa. Il resto è cosa nota.».

Cosa pensa dei cantautori italiani di oggi? Chi di loro le sembra destinato a lasciare una traccia non episodica nella nostra musica leggera?

«Credo di pensare quello che pensano tutti che la cultura popolare sia in fase recessiva».

Il Centro Europeo di Toscolano vanta ormai 24 anni di attività. Quale è il bilancio che ne trae?

«Il Cet oggi è una delle scuole internazionali più importanti d’Europa se non del mondo».

Perchè proprio in Umbria?

«Per l’integrità ecologica del luogo scelto. Qui mi piace, con la gente ho un buon rapporto».

Vede all’orizzonte qualche erede di Mogol?

«Giuseppe Anastasi l’autore delle canzoni di Arisa. Un grande autore, compositore e interprete».

Claudio Lattanzi