Valentina Vezzali, giù la maschera. «L’Umbria è la mia seconda casa»

La pluricampionessa olimpica a Perugia: ‘Promuovere la scherma’

Valentina Vezzali

Valentina Vezzali

 Perugia, 20 settembre 2017 - «AMO L’UMBRIA, è la mia seconda casa. La vostra popolazione è forte, sono certa che saprà sconfiggere il terremoto». C’è un legame profondo che lega il Cuore verde d’Italia a Valentina Vezzali (nella foto). E c’è di sicuro un punto in comune tra la terra ferita dal sisma e l’icona dello sport italiano: ti possono colpire duro, puoi cadere, ma essere forti significa avere la volontà di rialzarsi. «E Norcia lo sta facendo», ammette con orgoglio la grande fiorettista azzurra, oggi consigliere della Federazione Italiana Scherma. Lei, 43 anni, ha conquistato medaglie sulle pedane di tutto il mondo. Ma c’è l’Umbria nel suo cammino. «Mi sono allenata qui per tanti anni, tra Terni e Norcia, e conosco bene la realtà del capoluogo». Tanto da fare da «madrina» alla (ri)nascita della società Grifo Perugia. «Ho accettato con piacere», dice. Poi si rivolge al sindaco Andrea Romizi («Come sei giovane... ») e dopo essersi congratulata con lui per la nascita della prima figlia, si raccomanda: «E’ donna, ovviamente dovrà fare scherma... ».

Valentina Vezzali, l’Umbria è stata la sua palestra...

«Il mio maestro Giulio Tomassini dopo le Olimpiadi di Sidney ha lasciato il club di Jesi e ha deciso di insegnare a Terni. Per oltre dieci anni mi sono allenata qui. Sono venuta a ‘tirare’ anche nella vecchia società Grifo. Il club oggi sta lavorando tanto per promuovere la scherma e mi auguro che Perugia possa essere sensibile a questa disciplina».

Che rapporto ha con Norcia?

«Per me è una seconda casa, i Bianconi ci hanno ospitato sempre con grande cordialità. Lì mi sono preparata tantissismo per i Mondiali e le Olimpiadi, abbiamo affrontato intere stagioni al Salicone. Norcia per fare sport è l’ideale. Permette di allenarti, di mangiare bene e vivere nelle migliori condizioni possibili».

Il terremoto ha messo a segno una stoccata, ma non ha vinto.

«E non vincerà. Gli umbri si stanno rimboccando le maniche e hanno tanta voglia di ripartire».

Valentina, le manca la scherma?

«Non sono più atleta ma sono rimasta nel mio mondo. Essere in pedana ti pone l’obiettivo di vincere e migliorare. Ricoprire un ruolo dirigenziale invece ti fa comprendere che dietro agli incontri c’è tantissimo da fare per permettere agli atleti di gareggiare».

Quali sono le sfide ora?

«Il mio obiettivo è di per far sì che la cultura sportiva possa entrare nelle case degli italiani. Purtroppo oggi fare sport per molti significa sedersi in poltrona e guardare la televisione per tifare, oppure fare attività solo per perdere peso. Ecco lo sport è molto di più, è portatore di valori, insegna ai nostri figli il rispetto delle regole e a crescere in un ambiente molto forte a livello di socializzazione e integrazione».

Ha vinto tutto in carriera. Potere alle donne...

«Lo sport in Italia sta parlando molto al femminile negli ultimi anni. Alle Olimpiadi, a partire da Pechino 2008 fino a Rio 2016, è sempre stata più ampia la quota rosa che ha partecipato, e anche il numero delle medaglie conquistate dalle donne sono di più. Bisogna dare alle ragazze le stesse opportunità degli uomini, a cominciare dal professionismo sportivo».

In famiglia ci sarà una nuova Vezzali?

«Ho due maschietti, Pietro ha 12 anni e ha deciso di fare calcio; mentre Andrea ne ha 4 e farà quello che lo renderà felice. Ho sempre pensato che le famiglie devono assecondare le passioni dei propri figli e per far questo devono avere l’opportunità di poter scegliere quale sport frequentare. Purtroppo in molte città italiane la scherma non c’è. Bisogna lavorare su questo e l’Umbria è un esempio da seguire».