Ubriachi anche a quattordici anni. "Fenomeno in aumento, rischi gravi"

Non sono mancati in Umbria i ragazzini finiti in ospedale per abuso di alcolici la notte di Capodanno

Il professor Gaetano Vaudo, direttore di medicina dello sport

Il professor Gaetano Vaudo, direttore di medicina dello sport

Perugia, 2 gennaio 2018 -  UNA RAGAZZINA di 14 anni sudamericana, un’altra perugina di 15 e poi altri due amici, appena adolescenti. Erano insieme ad una festa. Tutti ubriachi con tassi alcolemici ‘gravi’. Ma, fortunatamente, subito dimessi. Se il Capodanno non registra più feriti da fuochi d’artificio (o solo casi lievi) l’impennata degli interventi riguarda chi alza il gomito e, tra questi sempre più giovanissimi.

SONO STATI sei i casi trattati al pronto soccorso del Santa Maria della Misericordia e, la maggior parte senza aver compiuto diciotto anni. Un fenomeno, quello dei baby-ubriachi, che sta crescendo a macchia d’olio, non solo durante le festività come Capodanno. «Gli operatori sanitari hanno riportato nelle schede di intervento – spiega una nota dell’ospedale – anche gli alcolici consumati, con la Vodka che è risultata la più utilizzata».

«I ragazzi cercano di usare sostanze alcoliche che lasciano meno traccia come la vodka, inodore, e assumono superalcolici differenti in un periodo temporale breve per avere un effetto prolungato nel tempo, come gli shottini», spiega il professor Gaetano Vaudo, associato di medicina interna e direttore della scuola di specializzazione in medicina dello sport e dell’esercizio fisico che, da luglio scorso, ha ottenuto una sua autonomia.

Si abbassa l’età di quanti arrivano in ospedale ubriachi, con conseguenze gravi...

«Negli ultimi dieci anni abbiamo registrato un aumento graduale tra adolescenti e pre-adolescenti questo perché si cercano nell’alcol gli effetti secondari come disinvolutra, loquacita e un messaggio di maggiore integrazione con i coetanei. Secondo i dati Istat il 20 per cento di pre-adolescenti fa uso di superalcolici e si tratta di persone con organismi non ancora adeguati in termini metabolici per affrontare gli effetti devastanti dell’acol».

Quali conseguenze?

«Effetti acuti che possono portare fino al coma e cronici che aumenta anche l’età di inizio consumatori cronici con danni soprattutto al fegato e all’apparato gastroenterico ma anche cerebrale: il cervello dei ragazzi può subire danni irreversibili. Poi ci sono manifestazioni croniche, le più svariate con forme epilettiche di demenza o neuropatie tossiche».

Avete un progetto per andare nelle scuole...

«Anche nelle scuole medie e sensibilizzare i ragazzi rispetto all’assunzione di sostanze alcoliche e psicotrope. Spesso la motivazione riguarda lo stile di vita omologante, mettersi in mostra e sentirsi più adeguato all’adulto».

Quanto può aiutare lo sport?

«E’ fondamentale: coinvolge il fisico e la psiche, se adeguatamente stimolato, può diventare motivo di vita e di comportamento che avvicina al mondo degli adulti in maniera positiva».

Eri.P.