Terremoto, lungo lavoro per la messa in sicurezza degli edifici. Assistiti 500 sfollati

Continuano le verifiche di stabilità soprattutto per gli edifici sacri. Stanziati 40 milioni per i primi interventi

Il soccorso a un'anziana a Preci

Il soccorso a un'anziana a Preci

Perugia, 28 ottobre 2016 - Continuano gli interventi dei vigili del fuoco per verifiche di stabilità e messa in sicurezza di edifici dopo la scossa di terremoto di mercoledì 26 ottobre. Tante le attività degli ottanta vigili del fuoco di Perugia e Terni impegnati appunto in queste operazioni. Mentre sono cinquecento le persone dei comuni del perugino colpiti dal sisma che vengono assistiti dalle strutture comunali.

Il primo intervento dei vigili del fuoco, già la notte del 26, ha riguardato la rimozione del grosso masso caduto sulla strada per Preci nella zona di Triponzo, rimozione necessaria per far arrivare i soccorsi a Preci. A Preci, dopo gli ultimi eventi sismici è stata attivata una nuova postazione dei vigili del fuoco, con tre squadre operative (complessivamente 15 vigili con 6 automezzi).

Rilevante anche l'intervento per mettere in sicurezza alcune parti della basilica di san Benedetto a Norcia: con una autogru con uno sbraccio di circa 40 metri ed altri mezzi di supporto sono state portate al sicuro le parti a rischio. Ha operato personale specializzato dei vigili del fuoco, con le squadre Saf che hanno smontato e rimosso la croce, le cuspidi e diversi elementi architettonici della basilica, mettendoli in sicurezza. Un intervento - sottolineano i vigili del fuoco - delicato e urgente, che è stato eseguito in accordo con il personale del ministero dei Beni culturali, e al termine del quale il priore della basilica benedettina, padre Cassian Folsom, ha ringraziato i vigili del fuoco presenti e impartito una particolare benedizione. A Castelluccio è stato messo in sicurezza il campanile della chiesa di Santa Maria delle Grazie.

Intanto i cittadini provano a tornare alla normalità, dopo la paura per le forti scosse che hanno lasciato tutta l'Umbria sotto choc. Ma è molto difficile. Molte le persone che vivono nei centri di accoglienza, in particolare a Preci, dove i danni strutturali ci sono. Il Governo ha stanziato per i primi aiuti 40 milioni. Ne serviranno molti di più per la messa in sicurezza. Intanto Unione degli Universitari e Rete degli Studenti chiedono attenzione in umbria per gli edifici scolastici. 

"È necessario garantire la sicurezza di scuole e università. Chiediamo interventi strutturali, basta con azioni tampone per le emergenze - dicono le due organizzazioni - L'evento sismico del 26 ottobre ha colpito pressoché le stesse zone già vittime del terremoto del 24 agosto. Nonostante i recenti danni, però - osserva Elisa Marchetti, coordinatrice dell'Unione degli Universitari - dobbiamo rilevare come non fossero state prese sufficienti misure di tutela della salute di chi frequenta edifici pubblici: nella giornata di ieri un gran numero di scuole e università sono state chiuse per motivi di sicurezza. Le Università di Urbino, Macerata, Camerino, le sedi di Ascoli Piceno, Fermo, San Benedetto del Tronto e Macerata dell'Università Politecnica delle Marche, Chieti-Pescara, Teramo, L'Aquila, Perugia e Stranieri di Perugia sono state chiuse e in gran parte dei relativi edifici sono in corso rilievi di sicurezza delle strutture

E danni li registra anche Confagricoltura in alcune aziende agricole. "Siamo nella situazione paradossale - dicono - che le aziende agricole terremotate non denunciano i danni subiti per non vedersi bloccare l`attività aziendale che non si può fermare; con gli animali da allevare e mungere e con le operazioni colturali in atto, non si possono avere battute d`arresto". Lo sottolinea Confagricoltura che, con le sue sedi territoriali, sta monitorando attivamente la situazione nelle zone interessate dal nuovo sisma. "Registriamo - annota Confagricoltura - danni strutturali ingenti in molte aziende agricole nel nuovo fronte del sisma, tra Marche ed Umbria, da Visso, Ussita e Castelsantangelo sul Nera (nel maceratese), a Preci, Norcia, Cascia (nel perugino) ed alle altre frazioni nella zona confinante tra le due regioni".