Due sorelle nel mirino dello stalker: proiettili lasciati davanti al loro bar

Città di Castello: il quarantenne è stato arrestato dalla Polizia

Il questore  di Perugia, Francesco Messina

Il questore di Perugia, Francesco Messina

Perugia, 14 febbario 2017  - Perseguitate per mesi. Minacciate, stalkerizzate, spaventate. «Ti do fuoco al bar», «Vado a prendere il fucile e ti sparo». «Sta cosa va a finì male». E in effetti le cartucce di un fucile calibro 12 vennero realmente trovate il 4 febbraio scorso, incollate sulla porta del locale di Città di Castello. Un crescendo da far paura. Tanto da indurre il questore di Perugia, Francesco Messina, a imporre l’adozione di misure di vigilanza specifiche nei confronti delle due sorelle, prese di mira da un 40enne nato a Umbertide ma residente a Città di Castello, arrestato nelle ultime ore dalla Polizia in flagranza di reato.

Tutto inizia nell’agosto scorso con i primi episodi persecutori ai danni delle ragazze, titolari di un bar. Il quarantenne, con qualche problema psichico conclamato, entra nel locale e le infastidisce, le minaccia e cerca di convincerle che la Polizia nulla potrà fare («Tanto i vostri amici se li chiamate, non vengono»; «Non mi hanno tolto nemmeno il porto d’armi»), facendo credere loro che era ‘protetto’ dalle forze di polizia. Una delle ragazze viene anche colpita con un calcio, all’altra mima il gesto del taglio della gola. Per le due sorelle è un incubo, con continue richieste di aiuto alla Polizia e la supplica ai familiari di accompagnarle al lavoro per timore di restare sole. Fino a venerdì scorso quando l’uomo – un operatore ecologico – si presenta di nuovo, minacciandole sul retro del bar: «Ride bene chi ride ultimo», «Sta cosa va a finì male».

La volante – che monitorava la situazione ed era già a conoscenza di episodi analoghi – ha bloccato l’uomo mentre si allontanava a piedi. Ieri mattina il giudice Alberto Avenoso ha interrogato l’indagato, difeso dall’avvocato Eugenio Zaganelli,– nel carcere di Capanne, dove era detenuto. L’arresto è stato convalidato ma il giudice ha ritenuto di concedergli i domiciliari con la possibilità di recarsi al lavoro. Davanti al gip il quarantenne – con un precedente proprio per incendio doloso – ha ammesso gli insulti, qualche minaccia e l’episodio delle cartucce calibro 12 lasciate davanti al locale, ma ha spiegato che i rapporti con le sorelle si erano incrinati perchè le due donne non volevano che lui frequentasse il bar.

Secondo il giudice sussiste «il pericolo di commissione di gravi delitti della stessa specie di quelli oggetto di indagine, tenuto conto della preoccupante reiterazione delle condotte, delle condizioni personali, del fatto che egli risulta gravato da precedenti per reato contro la pubblica incolumità».