«Luisa Spagnoli» griffe tricolore. L’ad Nicoletta: «Mai con una multinazionale»

L’imprenditrice: «Tradirei il Dna di famiglia». Il figlio Nicola e un futuro che potrebbe anche vedere una linea al maschile

L’amministratore delegato e  presidente della  «Luisa Spagnoli» Nicoletta Spagnoli

L’amministratore delegato e presidente della «Luisa Spagnoli» Nicoletta Spagnoli

Perugia, 10 luglio 2017– Una lunga storia imprenditoriale e familiare alle spalle. Un presente di successo (con aperture di negozi nelle più importanti località alla moda del mondo e, dopo il profumo «Luisa» e i vari accessori per il total look, anche una linea di occhiali da sole) e un futuro aperto perfino alla possibilità di una linea al maschile. «Se vorrà sarà però mio figlio Nicola a farlo – spiega Nicoletta Spagnoli amministratore delegato e presidente della Luisa Spagnoli –. Nelle mie corde c’è solo la vocazione alle linee femminili». Imprenditrice di rango e di successo Nicoletta Spagnoli si è raccontata al pubblico in un incontro alla Galleria Nazionale di Arte Moderna e Contemporanea di Roma dal titolo «Leadership e mecenatismo». E’ in questa sede che rispondendo alle domande dei presenti ha anche spiegato come al momento «non sia in previsione l’ingresso in Borsa ma non è da escludere che in futuro anche questo possa avvenire».

Categorica invece, l’affascinante imprenditrice perugina, è stata sul tema della cessione del marchio . C’é una tendenza piuttosto diffusa tra le maison italiane a cedere, più che alle lusinghe, alle sostanziose offerte economiche delle multinazionali della moda: «Mai – ha replicato decisa –. Non ho mai considerato questa ipotesi. Mi sembrerebbe di tradire una vocazione che è nel dna di famiglia. Non importa l’entità dell’offerta, tutto quello per cui ho investito e lavorato per una vita è la Luisa Spagnoli. Le collezioni e il guardare al futuro ma anche la cura nel recuperare quel passato attraverso il quale proiettarci in avanti». E’ in questo senso che va il recupero del borgo interno al quartiere di Santa Lucia che ancora oggi ospita il quartier generale della fabbrica a Perugia?

«Esatto. Lì mio nonno aveva creato una serie di servizi a disposizione dei dipendenti. Botteghe di artigiani che facaveno il pane, vendevano frutta e verdura e poi il pediatra, l’asilo per i figli di chi lavorava in fabbrica. E al posto delle insegne aveva commissionato affreschi d’arte a un personaggio poi divenuto celebre come esponente del futurismo come Gerardo Dottori. Riuscire, grazie a un paziente lavoro di restauro a recuperare tutto non ha prezzo. Non potrei mai rinunciare a questo...».La classe è una dote innata, l’eleganza la sottolinea, recita lo slogan della Luisa Spagnoli che calza perfettamente all’erede Nicoletta. «La nostra griffe? Parlerà ancora italiano» assicura l’imprenditrice (Cavaliere del Lavoro) che oggi continua a creare le collezioni con lo stesso entusiasmo di quando ha iniziato. Una passione che è stata capace di trasmettere al figlio Nicola che a soli 22 anni è già coinvolto nella gestione dell’azienda, tanto che nelle idee innovative degli ultimi tempi c’è il suo zampino. La linea degli occhiali da sole ad esempio o il modo di gestire l’e-commerce usando la consistente rete dei negozi (154) sul territorio italiano. «A mio padre Lino sarebbe piaciuto riprendersi la Perugina dal colosso che l’aveva inglobata – ha detto concludendo l’incontro romano la Spagnoli – . Mi confidò di avere questo desiderio. La malattia purtroppo non gli diede il tempo nemmeno di provare a farlo...». Insomma lei non lascerebbe che la sua azienda entrasse nel carrello di una multinazionale? «Mai...».

DONATELLA MILIANI