Sesso nell'ufficio del Pm, chiesta la condanna per il magistrato

Il magistrato era finito a processo per concussione perché in cambio di favori, avrebbe avuto dei rapporti sessuali con sette transessuali nel suo ufficio

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Perugia, 12 dicembre 2017 - La condanna a dieci anni e sei mesi di reclusione per l'ex pubblico ministero di Roma, Roberto Staffa, è stata chiesta stamattina dal sostituto procuratore della Repubblica di Perugia, Gemma Miliani. Il magistrato era finito a processo per concussione perché in cambio di favori, avrebbe avuto dei rapporti sessuali con sette transessuali nel suo ufficio di piazzale Clodio.

L'imputato di 67 anni è anche accusato di corruzione in atti giudiziari, violenza sessuale, rivelazione di segreti d'ufficio, detenzione di materiale pedopornografico e accesso abusivo a sistema informatico. Il processo si svolge a Perugia per competenza territoriale, proprio per il coinvolgimento del magistrato capitolino, come prevede l'articolo 11 del codice di procedura penale. Al termine della requisitoria il pm Gemma Miliani ha chiesto inoltre la condanna al pagamento di 1.700 euro di multa. Nel corso delle indagini era emerso che Staffa, con una solida storia professionale alle spalle, protagonista di importanti inchieste della Dda e già presidente della Corte d’assise di Venezia che condannò Felice Maniero e la mafia del Brenta, ha “abusato dei suoi poteri”. Avrebbe pure rivelato “notizie d’ufficio che dovevano rimanere segrete”. Durante le perquisizioni nel suo ufficio, nel gennaio 2013, vennero sequestrati circa 650 files tra video e immagini pedopornografiche.

Dinanzi al gup Andrea Claudiani che lo rinviò a giudizio aveva inoltre patteggiato la propria condanna a un anno e dieci mesi di reclusione Laura Terrasi, ritenuta l'amante di Consiglio Casamonica, la quale “almeno in due occasioni” avrebbe fatto sesso con il pm nell'ufficio al quarto piano della palazzina B di piazzale Clodio in cambio – sostiene l'accusa - di colloqui a Regina Coeli e alla concessione per fargli ottenere gli arresti domiciliari a casa della donna. Il tribunale collegiale di Perugia, presieduto da Gaetano Mautone, all'inizio del processo, nel 2015, ha dichiarato inutilizzabili i filmati delle microcamere nascoste dai carabinieri nell'ufficio di Staffa. Si torna in aula il 24 gennaio per l'arringa difensiva - il pm Staffa ha sempre sostnuto la correttezza del suo operato - mentre la sentenza è prevista per il 20 febbraio prossimo.