Rifiuti, mezza Umbria in crisi: la raccolta ora è a rischio

L’indifferenziata non può più essere portata fuori regione

C’è il pericolo che dopo Ferragosto possa interrompersi per giorni la raccolta dell’indifferenziato

C’è il pericolo che dopo Ferragosto possa interrompersi per giorni la raccolta dell’indifferenziato

Perugia, 13 agosto 2017 – E’ un’emergenza rifiuti che si sta facendo di ora in ora più seria. E il rischio è che dopo Ferragosto venga interrotta per alcuni giorni la raccolta dell’indifferenziato in alcuni comuni dell’Umbria. «Senza fatti nuovi dell’ultima ora, questa ipotesi è davvero concreta», fa sapere una fonte Gesenu, la società che si occupa della raccolta della spazzatura a Perugia. Cosa sta succedendo? In estrema sintesi gli impianti di Hera (l’azienda emiliana che dopo lo stop dell’impianto Pietramelina, fermo ormai da dicembre, accoglie la frazione umida prodotta nei 24 comuni dell’Ati 2 di Perugino e Trasimeno), non sono più in grado di accogliere quel tipo di rifiuti, che è la parte secca (in gergo Rsu) del rifiuto indifferenziato. Da una quindicina-venti giorni ci sono problemi legati al funzionamento di alcuni impianti del nord Italia dove Hera stessa convoglia il materiale e per questo – complice la stagione balneare – ha quasi completamente «stoppato» quello che arriva dall’Umbria. Il consorzio gest (Gesenu, Tsa) ne era a conoscenza in verità ed ha cominciato a muoversi alla ricerca di un’alternativa. Che però fino a ieri non era stata trovata. Si sarebbe provato con Orvieto (niente da fare) e ci sono contatti con altri siti fuori regione. Al punto che nelle ultime ore è emersa anche l’ipotesi di portare questo tipo di rifiuti a Pietramelina. Lì, infatti, ci sono spazi vuoti in grado di ospitare il secco residuo dell’indifferenziato, ma il vero nodo è che per farlo serve una serie di autorizzazioni che non si fanno in uno o due giorni. Quella spazzatura fino a poco tempo fa in realtà finiva a Borgogiglione, ma anche quell’impianto è in attesa che vengano conclusi i lavori di adeguamento (pare serva almeno un altro mese).

Il nodo insomma è piuttosto intricato, anche perché dall’Umbria alla volta dell’Emilia partono in media quattro camion al giorno che a questo punto non saprebbero più dove andare. Inutile dire che la situazione che si ripropone è simile a quella di quel famoso 8 dicembre, quando «esplose» il caso – praticamente identico a questo – che non si sapeva dove portare questo tipo di spazzatura. Da un paio di giorni i telefoni dei dirigenti Gest, del Comune di Perugia e della Regione, così come quello del sindaco del capoluogo Andrea Romizi, del presidente dell’Auri Cristian Betti, dell’assessore regionale Fernanda Cecchini, della presidente di Tsa, Alessia Dorillo (chissà se anche quello del neo eletto nel Cda di Gesenu, Waldimiro De Nunzio) sono bollenti. E pare che qualche conversazione sia finita anche a male-parole. La tensione è altissima anche perché ci sarebbe un rimpallo di responsabilità su chi debba firmare l’ordinanza per una eventuale apertura straordinaria dell’impianto di Pietramelina. Resta il fatto che senza elementi nuovi nei prossimi due-tre giorni, da mercoledì una parte dei rifiuti potrebbe restare in strada. L’unica «buona» notizia è che da fine mese Hera dovrebbe ricominciare ad aprire i cancelli dei suoi impianti ai camion umbri.