Omicidio Meredith, a gennaio la decisione sul risarcimento a Sollecito

Raffaele Sollecito ha chiesto 516mila euro "per ingiusta detenzione"

Raffaele Sollecito

Raffaele Sollecito

Perugia, 20 ottobre 2016 - La cifra richiesta è 516mila euro. La decisione da prendere in merito, se dare o meno meno tale somma a Raffaele Sollecito, è rinviata a gennaio. E sarà la Corte d'appello di Firenze a decidere sul risarcimento per 'ingiusta detenzione' avanzato dallo stesso Sollecito per i quasi quattro anni passati in carcere dopo essere stato coinvolto nell'indagine sull'omicidio di Meredith Kercher, delitto per il quale è stato poi definitivamente assolto in Cassazione insieme ad Amanda Knox.

I giudici hanno deciso di acquisire tutti gli atti relativi ai vari gradi di giudizio. Dopo l'udienza di gennaio avranno cinque giorni per decidere in merito alla richiesta di risarcimento alla quale si sono opposti la procura generale di Firenze e il ministero delle Finanze. Sollecito - che si è sempre proclamato estraneo all'omicidio compiuto a Perugia la sera del 1 novembre 2007 - oggi non ha partecipato al confronto tra le parti davanti alla Corte d'appello di Firenze. Il suo difensore l'avvocato Giulia Bongiorno, presente insieme all'altro legale Luca Maori, ha ribadito la richiesta di risarcimento richiamandosi in particolare alla motivazione della sentenza della Cassazione che ha assolto Sollecito e la Knox.

In particolare per la parte nella quale è stato criticato il modo in cui sono state condotte le indagini da parte della polizia. L'avvocato Bongiorno ha tra l'altro sottolineato come nella prima fase degli accertamenti un orma di scarpa venne attribuita al giovane pugliese mentre in realtà era di Rudy Guede (che sta scontando 16 anni di reclusione per l'omicidio Kercher). L'avvocato Bongiorno ha anche descritto alla Corte il clima nei giorni dopo l'omicidio. Parlando tra l'altro di «attesa spasmodica» e di «ansia di trovare un colpevole». La procura generale e il ministero delle Finanze, attraverso i loro rappresentanti, si sono invece opposti alla concessione del risarcimento sostenendo tra l'altro che alcune dichiarazioni di Sollecito agli investigatori e il fatto che portasse in tasca un coltellino a serramanico portarono al suo arresto. Arrestati all'alba del 6 novembre del 2007, Sollecito e la Knox vennero scarcerati il 4 ottobre del 2011 dopo essere stati assolti in appello. Sentenza poi annullata dalla Cassazione che dispose un nuovo processo di secondo grado celebrato a Firenze e terminato con la condanna dei due giovani. Fu quindi una nuova pronuncia della Cassazione ad assolvere in maniera definitiva Sollecito e la Knox.