Bimbo profugo dona il midollo osseo e salva la vita al fratellino malato

Gesto d'amore e coraggio, che va anche oltre lo stretto legame familiare

COORDINATRICE Stella Cerasa (Caritas)

COORDINATRICE Stella Cerasa (Caritas)

Perugia, 1 ottobre 2016 - Un gesto d'amore. D’amore e coraggio, che va anche oltre lo stretto legame familiare.Ha infatti donato il proprio midollo osseo al fratellino gravemente malato uno dei piccoli profughi accolti, insieme ad altre decine di persone, dalla Caritas diocesana di Perugia-Città della Pieve nell’ambito del «Progetto per l’accoglienza di migranti richiedenti asilo» della Chiesa, che oggi celebra il suo primo anno di attività.

Lo racconta l’assistente sociale Stella Cerasa, che coordina il lavoro quotidiano di assistenza. «Particolare attenzione – spiega –- è rivolta ai minori di queste famiglie, soprattutto per i problemi di salute. Quattro di loro sono affetti da una grave malattia ed uno è stato sottoposto a trapianto di midollo con un fratellino come donatore». «In prossimità dell’avvio dell’anno scolastico – ha aggiunto – c’erano problemi d’iscrizione per due bambini, superati con la collaborazione della Questura di Perugia che ha rilasciato in tempi brevi i relativi permessi di soggiorno. L’accoglienza di questi minori è stata voluta fortemente dal cardinale Bassetti, affinché potessero frequentare la scuola come i coetanei italiani».

Un anno fa giunsero a Perugia 23 giovani pakistani affidati alle cure della Caritas diocesana. Sono stati i primi profughi accolti dalla Chiesa perugino-pievese a seguito dell’ultimo esodo di migliaia di persone. Su indicazione del cardinale arcivescovo Gualtiero Bassetti, particolarmente attento al fenomeno delle immigrazioni, è stato avviato il Progetto di accoglienza. «Nell’ultimo quinquennio la Chiesa perugina – ha ricordato Stella Cerasa – aveva già accolto profughi in strutture gestite dalla Caritas. Nei primi dodici mesi di questo progetto i migranti-profughi ospitati sono stati un centinaio, prevalentemente giovani.

Attualmente gli accolti sono ottanta, provenienti da Costa d’Avorio, Gambia, Guinea, Nigeria, Pakistan e Senegal. Negli ultimi due mesi stiamo ospitando anche tre famiglie con minori giunte dal Camerun, Siria e Kurdistan iracheno. Le prime due hanno trovato ospitalità in strutture private (due appartamenti messi a disposizione da perugini). Mentre la famiglia curda è stata ospitata ad agosto al ‘Centro internazionale di accoglienza-Ostellò, di proprietà della Diocesi, e da metà settembre in un appartamento messo a disposizione dalle Clarisse del monastero di Sant’Agnese». In tutte le strutture vengono tenute lezioni di italiano ed incontri informativi sull’iter burocratico, sulla ricerca del lavoro e sui servizi pubblici a cui poter accedere.