Sulla Moschea rabbia e polemiche: «Potrebbe attirare troppi islamici»

La gente: ‘Nulla contro quella religione, ma la struttura è imponente’

Ecco le basi sulle quali sorgerà la Moschea di Umbertide

Ecco le basi sulle quali sorgerà la Moschea di Umbertide

Umbertide, 25 giugno 2017  – LA QUESTIONE-MOSCHEA a Umbertide è un fiume carsico che ora scompare dalle cronache, ora riemerge, complici la politica (la polemica sui presunti finanziamenti provenienti dal Qatar) o la cronaca, con la rissa davanti al centro culturale di via Battisti. Tra gli umbertidesi, disagio e preoccupazione. Parla Simona Baldi: «Il problema è che il Centro è troppo grande. La politica avrebbe dovuto tutelarci e informarci per tempo, ma non è stato fatto. Non si può impedire di pregare a nessuno, e anzi tra i miei clienti ho brave persone musulmane. Il problema pero è quanti ne arriveranno, attratti da una Moschea cosi grande e importante».

EMANUELE Bettucci si dice «totalmente favorevole al Centro culturale islamico. E’ una questione di dignità che va garantita a tutti. L’Italia è uno stato laico che tutela la libertà di culto di ogni religione, Islam compreso. Quello di Umbertide è un bel progetto. Le Moschee, controllate e regolari, possono essere un freno alla radicalizzazione. Certo, va chiarita la questione dei finanziamenti. Comunque invito tutti a essere più curiosi, reciprocamente, della cultura altrui». Silvio Agazzi, bergamasco trasferito da sei anni in zona, ha uno sguardo distaccato: «Lamentarsi oggi non ha senso, occorreva pensarci prima. La Moschea c’è e non avrebbe senso bloccarla. Occorre solo una gestione accurata. Umbertide è un piccolo mondo, l’immigrazione un fatto mondiale. Va gestita».

CLEMENTINA Luongo: «Non possiamo essere contro i musulmani quando affittiamo loro le case, un po’ di coerenza. Sono tante le persone per bene tra loro. Basti dire che in una recente raccolta-fondi per il terremoto che io ho organizzato, la somma maggiore è stata offerta dalla comunità islamica. Quello che mi preoccupa però sono le dimensioni della Moschea, il numero di soggetti fuori controllo che può attirare per una piccola realtà come la nostra dove i controlli sono scarsi». Anche per Francesco Betti «è una questione di dimensioni, fermo restando il diritto di avere un luogo di preghiera. Se non potenziano le forze dell’ordine e i controlli, non possiamo permetterci situazioni e strutture potenzialmente pericolose o difficili da gestire». Approccio originale quello di Alessio Giottoli: «Se fossi musulmano, visti gli scontri e le polemiche rinuncerei alla Moschea, accontentandomi di un altro luogo. Questo toglierebbe ai miei avversari la scusa per attaccarmi. D’altronde si sa che le Moschee sono state spesso luoghi di indottrinamento e radicalizzazione».

Pa.Ip.