Meredith, dieci anni dopo. La sorella: "Delusa dalla Giustizia italiana"

Stephanie Kercher scrive all'avvocato Maresca: "Difficile darsi pace"

Stephanie Kercher, sorella di Meredith

Stephanie Kercher, sorella di Meredith

Perugia, 1 novembre 2017 - Il caso dell'omicidio di Meredith Kercher "è stato abbandonato?": a chiederselo è Stephanie, la sorella della studentessa inglese uccisa a Perugia dieci anni fa. Lo ha fatto in una lettera al legale della famiglia, l'avvocato Francesco Maresca, sostenendo che per i giudici Rudy Guede (unico condannato, a 16 anni di reclusione) "non era solo".

Concetto ripreso dall'avvocato Maresca. "Nel caso Meredith Kercher - ha detto - tutti noi sappiamo che Guede non era solo ma sappiamo anche che per lo Stato italiano non ci sono altri colpevoli. Ricordiamo ancora oggi la povera Meredith - ha sottolineato il legale - pensando al suo splendido sorriso che abbiamo conosciuto dalle foto. Le parole della sorella devono servire da monito per un impegno ancora maggiore nella ricerca dei responsabili di delitti così efferati che hanno contraddistinto la cronaca italiana degli ultimi anni".

La casa del delitto e, nel riquadro, Meredith Kercher
La casa del delitto e, nel riquadro, Meredith Kercher

"È difficile darsi pace non sapendo esattamente cosa successe quella sera", ha sottolineato Stephanie Kercher che si è detta "delusa dal sistema giuridico italiano in quanto si è contraddetto più volte nelle sue decisioni e non ha cercato nuove piste investigative".

"Che si creda all' innocenza o alla colpevolezza degli accusati - ha sottolineato Stephanie Kercher -, ci sono ancora delle contraddizioni, per non parlare del fatto che non ci è mai stato comunicato nulla di ulteriori investigazioni su altre possibili parti coinvolte. Rudy Guede, che al momento sta scontando la sua sentenza, è stato condannato sulla base di non aver agito da solo, ma non essendoci nessun altro a processo o condannato, questo ci fa avere molte domane sia a noi come famiglia sia a chi sta seguendo il caso".

"Siamo grati e per sempre lo saremo al popolo italiano per il suo supporto e la sua bontà nel ricordare Mez", ha proseguiro Stephanie. Meredith - ha ricordato la sorella - "vedeva l'Italia come casa sua. Una ragazza - l'ha definita - amica di tutte le persone che incontrava, leale, premurosa e empatica. Una ragazza che inoltre difendeva i suoi ideali, e se stessa. Di una cosa posso essere in fatti certa: l'ultima volta che l'ho vista, quando ho toccato il suo corpo freddo dandole un ultimo bacio sulla guancia, ho visto sul suo volto una chiara determinazione di vivere. Nonostante la lotta che aveva sostenuto - ha concluso Stephanie Kercher - la sera del primo di novembre pur essendo in inferiorità numerica".