"Io, il Conte Tacchia", Enrico Montesano in prima nazionale ad Assisi

Debutto in anteprima nazionale

Enrico Montesano

Enrico Montesano

Assisi, 17 febbraio 2018- Stasera debutta al Lyrick in anteprima nazionale con «Il Conte Tacchia», spettacolo che chiude la trilogia dei mitici personaggi della romanità di cui Enrico Montesano è magistrale interprete. Giorni di lavoro e prove nel contenitore di Santa Maria degli Angeli dove l’attore comico, cantante, sceneggiatore e conduttore televisivo, interprete versatile che ha spaziato in carriera con enorme successo dal teatro alla televisione e al cinema, si è calato ancora una volta nei panni del celebre Checco, figlio di un falegname che si atteggia ad aristocratico, innamorato della sua Fernanda (storia d’amore tormentatissima).

Allora, come si trova Il Conte Tacchia ad Assisi?

«Benissimo. Sono nel cuore del cuore dell’Umbria e tra l’altro ho una stanza con due finestre che si aprono su Assisi, vedo il paesaggio con la Basilica, bellissima»

Cosa fa Checco-Montesano guardando tanta bellezza?

«Medito, di notte soprattutto, illuminata questa città è davvero meravigliosa. Appena posso, in un momento di pausa dal lavoro, visiterò la Porziuncola, il luogo di San Francesco».

Siamo nella città del Poverello...

«San Francesco ha ancora tanto da insegnarci. Ne parlavo con uno degli attori della compagnia. Quando partiamo per uno spettacolo abbiamo sempre bisogno di avere con noi tante piccole cose. Lui partiva scalzo! E ha fatto delle cose grandiose muovendosi a piedi, camminando. Dobbiamo riflettere su questo e provare a imitare il suo esempio, con tutti i limiti della nostra miseria umana farci guidare da chi come lui aveva una forza sovraumana. Quante cose grandiose ha fatto nella sua breve vita, andando piano senza auto, senza aerei e senza computer... Insomma, al Conte Tacchia viene naturale qui riflettere su queste cose».

Come si è trovato al Lyrick?

«Magnificamente. E’ un teatro che ha grandi spazi ai lati e dietro al palcoscenico, spazi che noi al Sistina non avremo. Il Sistina ha un bellissimo Boccascena ma venne costruito dal vecchio proprietario dopo la guerra in un piccolo tratto di terreno rimasto libero dove c’era una chiesetta. Quando facemmo ‘Sistina Story’ con Baudo e Piparo studiammo queste cose. Dietro c’è via della Purificazione e perciò la profondità non ce la poteva avere. Bellissimi teatro e platea ma, insomma, il Lyrick come contenitore è un’altra cosa. Comodissimo!»

Rugantino, il Marchese del Grillo e il Conte Tacchia, quale di questi personaggi della romanità è più nelle sue corde?

«Si dice sempre l’ultimo, che ho in testa e che vorrei fare tra un po’ ma non lo svelo, se no ci rubano l’idea. Come disse Comencini padre quando gli suggerirono che ‘Le idee sono nell’aria...’, lui rispose: ‘Ma qualcuno ce le mette però’. Battuta folgorante. Tornando ai personaggi direi che voglio bene al Conte Tacchia perchè sta nascendo, il Marchese del Grillo mi ha divertito tantissimo ma il primo amore non si scorda mai: Rugantino».

In scena stasera la tormentata storia d’amore del Conte Tacchia con Fernanda, ambientata nel secolo scorso. Ma l’amore è ancora il motore del mondo?

«Sono convinto di sì. Il cinismo spesso nasconde solo una gran voglia d’amore...»