Ragazze palpeggiate e offese. "Non rinunciamo a uscire la sera"

La movida delle studentesse perugine tra disagi e insicurezza

La movida nel centro di Perugia (foto di repertorio)

La movida nel centro di Perugia (foto di repertorio)

Perugia, 17 settembre 2017 - Sguardi insistenti, battute fastidiose, approcci invadenti. Più che una vera e propria percezione di insicurezza nel muoversi di sera in centro storico, le giovani perugine raccontano di dover far fronte a una serie di atteggiamenti non graditi, spesso messi in atto da uomini, italiani e stranieri, più grandi di loro. Episodi che accadono lungo Corso Vannucci come pure in periferia. Eppure nessuna di loro è disposta a rinunciare a uscire di sera, neanche alla luce di quanto accaduto a Rimini e Firenze: «Non posso certo restare rinchiusa in casa». A dirlo è Irene (nome di fantasia), 21 anni. Solo pochi giorni fa ha vissuto una brutta esperienza in pieno centro: «Era l’ora di pranzo e stavo prendendo un caffè al bar, si sono avvicinati tre italiani sulla quarantina e hanno cominciato a fare apprezzamenti pesanti. Alla fine se ne sono andati, ma mi sono sentita a disagio». E non si può certo dire che sia una ragazza che vive il centro storico con timore: «Spesso salgo in corso Vannucci da sola e la sera torno a casa senza essere accompagnata. Ma questi comportamenti mi danno fastidio: se non fossi stata una ragazza nessuno mi avrebbe trattata così».

Una sensazione provata anche da altre giovani. Virginia ha solo 17 anni ma ha già dovuto sopportare comportamenti estremi da parte degli uomini: «Mi è capitato in diverse occasioni di camminare per strada di sera e di essere fermata da ragazzi che mi infastidivano. Una volta uno ha provato anche a palpeggiarmi ma sono riuscita ad andarmene». Un episodio che ha deciso di non raccontare ai genitori: «Ho preferito così, non voglio farli preoccupare e mi secca doverli fare uscire la sera per venirmi a riprendere». Insieme a Virginia ci sono Giulia e Rebecca, entrambe diciottenni: «Veniamo in centro in gruppo, ma non certo perché ci sentiamo insicure.

La sera tardi ovviamente non è il massimo girare da sole, spesso ci facciamo accompagnare a casa da qualche amico». Per raggiungere il centro storico Francesca, Margherita e Alice, tutte tra i 18 e i 19 anni, utilizzano il minimetrò: «Ci sentiamo sicure, anche perché di solito quando saliamo è ancora giorno». Rientrano a casa intorno a mezzanotte con i genitori che si organizzano per venirle a prendere. Se ci fosse un pullman notturno alcune di loro lo prenderebbero. «Finché si sta lungo Corso Vannucci la situazione è tranquilla, di sera cerchiamo di evitare zone come Porta Pesa o Piazza Partigiani». Le giovani si muovono in gruppo e non necessariamente in compagnia dei coetanei maschi. «La situazione è meglio qui in centro piuttosto che a Ponte San Giovanni e Ponte Felcino, dove abitiamo». Alice racconta un episodio che le è capitato a Collestrada: «Un ragazzo sui 25 anni mi ha seguito in macchina, mentre camminavo lungo la strada da sola. Mi ha chiesto se volevo un passaggio in modo insistente, io lo ignoravo e me lo sono ritrovato appostato poco più avanti. Alla fine, per fortuna, ha capito che non sarei mai salita sulla sua auto». C’è chi sottolinea una differenza con il passato: «Da circa cinque anni gira più polizia e meno brutta gente – sostiene Francesca, commessa in un negozio del centro storico da dieci anni –avevo paura di percorrere a piedi da sola anche pochi metri».

A riassumere il pensiero di tante giovani che frequentano l’acropoli perugina ci pensa Miriam, studentessa e cameriera in un’osteria di via della Viola: “Ho ricevuto attenzioni verbali di ogni genere, ma cerco di non avere paura e quando esco dal lavoro lo faccio senza preoccupazioni. E’ chi si comporta in questo modo che si dovrebbe vergognare».