Minimetrò in vendita. «Buco» in bilancio, il Comune cede le quote

La stima dell'introito della cessione delle quote è di 4 milioni

Il minimetrò (Foto Crocchioni)

Il minimetrò (Foto Crocchioni)

Perugia, 21 novembre 2017 - IL COMUNE ha bisogno di soldi freschi, deve coprire un sostanzioso «buco» di cassa. E per farlo decide di vendere le quote societarie del minimetrò. L’intenzione di avviare l’operazione di dismissione delle azioni detenute da Palazzo dei Priori della Minimetrò Spa (pari al 70%) è riportata nella relazione della Sezione controllo della Corte dei Conti, in cui l’ente spiega quali misure intende mettere in campo per far fronte al grave deficit di cassa al quale deve far fronte da più di quattro anni.

«PER AZZERARE le quote di anticipazione della tesoreria a cui ogni anno il Comune fa ricorso – scrive il presidente della Sezione controllo dell’Umbria, Fulvio Maria Longavita – Palazzo dei Priori ha annunciato alcune operazioni: la prima nella vendita di alcuni beni immobiliari (terreni e fabbricati) pari a 5 milioni. Poi la seconda misura, quella decisiva che consiste nella vendita dell’intero pacchetto detenuto dal Comune della Minimetrò Spa: la stima è di un incasso immediato di quattro milioni, entro 6-8 mesi. E secondo gli uffici finanziari dell’assessorato al bilancio, si genereranno anche risparmi sulla spesa corrente per minori corrispettivi legati al contratto di servizio, per un altro milione all’anno. Terza mossa, agevolazioni sulle riscossioni della Tari, con un recupero di 15 milioni.

UNA MOSSA significativa e per certi versi inaspettata che è davvero il segnale della drammatica crisi finanziaria dell’ente. Che Longavita ribadisce con parole chiare: «L’equilibrio di cassa è grave e problematico e si ripercuote sulle modalità degli equilibri di bilancio». La colpa principale? «Il non riuscire a incassare le somme relative agli accertamenti delle entrate previste con cui si sono costruiti gli equilibri di bilancio e si sono finanziate le spese realmente sostenute», evidenziando anche problemi sui contratti dei «derivati-swap» (i contratti sono già stati trasmessi alla Procura contabile) e le perdite della Sase-aeroporto.

E PROPRIO questo è stato uno dei motivi del contradditorio andato in scena pochi giorni fa tra il Comune e e i magistrati della Corte dei Conti, con Palazzo dei Priori che ha precisato che le quote delle anticipazioni sono sempre state restituite nel giugno dell’anno successivo alla scadenza. Così come ha elencato tutta una serie di difficoltà legate a tagli e mancati contributi da parte del Governo, della Regioneo delle resistenze del Ministero della Giustizia. Con un diktat finale: il Comune ha 60 giorni per adottare le misure correttive.