"Stai zitta, ti uccido". Donna minacciata e rapinata

L’uomo (38 anni, tedesco) è accusato anche di violenza privata. E' responsabile di altri episodi violenti. Sarà processato

Sono stati i carabinieri a condurre le indagini

Sono stati i carabinieri a condurre le indagini

Perugia, 23 febraio 2018 -  Sarà giudicato  con rito immediato M.M., il 38enne accusato di rapina e violenza privata che, secondo il pubblico ministero Laura Reale, si sarebbe reso responsabile di due episodi brutali nei confronti di altrettante donne, a novembre dello scorso anno. Secondo quanto ricostruito dall’accusa, l’uomo nato in Germania ma senza fissa dimora (ospite a Perugia di una struttura della Caritas) avrebbe seguito e poi aggredito una giovane straniera mentre stava aprendo il portone di casa. Come un’ombra alle spalle l’avrebbe spinta, mentre con una mano le teneva la bocca tappata per impedirle di urlare e chiedere aiuto. L’ha poi buttata a terra, come ha raccontato la vittima nella denuncia che ha sporto alle forze dell’ordine.

«Stai zitta, ti uccido», così l’ha minacciata il suo aggressore mentre la obbligava a consegnargli il portafogli per portarle via i cinquanta euro che c’erano dentro. Appena una settimana più tardi a finire vittima della violenza era stata una 19enne statunitense iscritta all’Università per Stranieri, che si era vista afferrare all’improvviso le mani da uno sconosciuto. L’uomo voleva che la giovane gli mostrasse le foto-tessera che lei aveva appena scattato, con la scusa di vedere come fossero venute, ma in quello stesso attimo le impediva di infilarsi nel portone di casa e di scappare a quelle attenzioni non desiderate. Fino a quando l’americana ha iniziato a urlare, attirando l’attenzione dei passanti e mettendo così in fuga il suo aggressore. Entrambe le donne in seguito hanno riconosciuto M.M. attraverso la visione di fotografie mostrate dai carabinieri della stazione di Perugia diretti dal dal luogotenente Lorenzo Antoniello.

Ma sul quadro del 38enne pesano anche altri episodi, di quando nel 2014 era stato denunciato da due mamme che lo avevano sorpreso a scattare foto di nascosto alle loro figlie ancora bambine. Nello stesso anno si era inoltre introdotto in una scuola elementare di Perugia e una volta scoperto da un’insegnante l’aveva minacciata di morte. E ancora, l’uomo, oggi in carcere dopo l’arresto scattato a novembre 2017, era stato già condannato in via definitiva per svariati episodi di violenza sessuale nei confronti di giovani donne, rapina aggravata, estorsione e violenza privata. E infine quelle morbose attenzioni verso i minori, già verificatesi in passato, e culminate il 23 novembre scorso quando sarebbe entrato in una libreria del centro storico e da qui avrebbe seguito un bambino per poi afferrarlo per un braccio, invitandolo «a tornare a vedere un libro insieme», evento stroncato sul nascere dall’arrivo del genitore. L’imputato, assistito dall’avvocato Luca Pietrocola che sta valutando la richiesta di rito alternativo, comparira in udienza il 27 marzo prossimo.