Carducci-Purgotti: "Addio cara vecchia scuola"

Lo studente Andrea Marchi ha scritto una poesia per salutare la storica sede di via Fonti Coperte, lesionata dal terremoto

La Carducci-Purgotti di via Fonti Coperte

La Carducci-Purgotti di via Fonti Coperte

Perugia, 21 marzo 2017 -  Andrea Marchi è uno degli studenti della scuola media Carducci-Purgotti che ha dovuto fare le valigie, perchè la sede che per tanti anni ha ospitato l'Istituto verrà demolita a causa delle lesioni riportare durante il  terremoto. Con l'occasione, Andrea (classe III C) ha voluto dare l'addio alla sua scuola in versi. Ecco la poesia che ha girato a La Nazione e che noi pubblichiamo. “Cara, vecchia scuola, i giornali, i notiziari, parlano solo di te, sei quasi l’argomento del giorno. È stato impossibile ieri piangere: ci hai fatto talmente dispiacere che eravamo immobili, lì davanti a te con le lacrime dentro che non riuscivano ad uscire. Era stranissimo rientrare nel tuo piazzale dove stavamo tutti insieme e ci immaginavamo grandi, vedendo le terze. Oggi siamo noi le terze… ma delle terze tristi, molto tristi! Quel bruttissimo 30 ottobre ha trasformato anche noi in ‘terremotati’. Cara scuola, ricordi ancora quando correvamo per i tuoi corridoi durante l’ora di ricreazione? Ricordi tutte le attività fatte nel tuo enorme atrio o nella tua palestra? Ricordi quando ci abbracciavi con le tue ruvide mura, ogni mattina dalle 8.10 fino alle 13.05? Quell’abbraccio protettivo ci dava la forza di affrontare la giornata, ma anche di vivere allegramente la nostra giovinezza, ci riempiva! Queste parole non le capiranno in molti, ma solo chi ti ha frequentato quasi 3 anni, 3 importanti e bellissimi anni, i tuoi spazi, rimanendo con l’amaro in bocca per non aver concluso gli studi sotto il tuo tetto! C’è chi dice che non bisogna affezionarsi alle mura, ma come facciamo noi che siamo stati all’improvviso strappati da te? Come facciamo a dimenticarci di tutto ciò che abbiamo passato con te, ma soprattutto grazie a te! Nel cuore ci rimarrà la nostalgia, negli occhi l’immagine, nel pensiero il ricordo, ma aspettiamo fiduciosi la tua rinascita!”