"Ecco le prove storiche, artistiche e geologiche: il Paesaggio di Leonardo è umbro"

Mibact, Accademia Nazionale del Disegno e Sgarbi sullo studio di Tomìo: «Riferimenti palmari tra realtà e disegno»

Nessun dubbio da parte di Sgarbi: «Quel disegno ritrae le Marmore». Nella foto l’inizio della conferenza

Nessun dubbio da parte di Sgarbi: «Quel disegno ritrae le Marmore». Nella foto l’inizio della conferenza

Terni, 13 dicembre 2016 - Lo spirito di osservazione di un quattordicenne ternano, Niccolò, che frequenta guarda caso la scuola media Leonardo Da Vinci, è alla base della rivoluzionaria ricerca su «Paesaggio con Fiume» (il primo della storia dell’arte senza personaggi e soprattutto il primo autografo proprio del grande genio dell’Umanità) i cui dettagli sono stati svelati tra Amelia e Terni dal dottor Luca Tomìo, che di quell’indagine è l’autore. Il quattordicenne in questione è il primogenito dello studioso che ha avuto l’intuizione proprio durante una visita agli Uffizi. Intuizione cui il padre ha dato corso fino a provare che Leonardo Da Vinci quando realizzò quel disegno il 5 agosto del 1473 non si trovava nella Valdarno, come si è sempre creduto finora, ma nella Valle delle Marmore, a Terni.

image

A sostegno di tale tesi ci sono ben tre disegni leonardeschi e un dipinto, ospitato alla National Gallery di Londra, in cui è evidente la presenza di «quel» paesaggio umbro, per ritrarre il quale Leonardo è certamente salito fino a un costone altissimo del Belvedere dal quale si è sporto per realizzare l’elaborato che con la sua grafia mancina speculare riporta la scritta: «Dì de Sta Maria della Neve / Adì 5 daghosto 1473. A «certificare» la scientificità dell’indagine, condotta con l’ausilio di esperti geologi tra i quali il professor Petroni de «La Sapienza» di Roma, di consultazioni in archivi molto particolari tra i quali anche l’Archivio Segreto Vaticano, non solo il Mibact (alla presentazione dello studio anche il direttore Francesco Scoppola che è anche grande esperto di paesaggio umbro) e la professoressa Cristina Acidini direttrice dell’Accademia Nazionale del Disegno degli Uffizi di Firenze, ma anche Vittorio Sgarbi.

Il critico, che ad Amelia ricopre l’incarico di commissario alle belle arti e ai musei. «Non vi è alcun dubbio – sottolinea Sgarbi – che nell’agosto del 1473 il giovane Leonardo si trovasse in questa parte di Umbria meridionale e in particolare sul Belvedere della Cascata. Questi studi, sostenuti come detto da elementi di ordine orografico: le valli toscane non sono conformate come nel celebre ‘Paesaggio’, dimostrano che Leonardo, all’epoca ragazzo di vent’anni, si muove da Vinci a cavallo per spostarsi in luoghi dell’Umbria consapevole della bellezza pittoresca e sublime dei luoghi. Insomma, è proprio Leonardo il primo turista del mondo, e lo scopriamo oggi a Terni.

"Questa ricerca di Tomìo – fa notare ancora il critico – , ha dimostrato in maniera precisa e palmare i riferimenti esistenti fra paesaggio reale e paesaggio ritratto. In quel disegno, e anche nel retro verso, ci sono indiscutibilmente elementi umbri: Papigno, la Valle delle Marmore e altro ancora. Lo spuntone ritratto è visibile ancora oggi quando l’attuale cascata è chiusa. Perchè quella che ritrasse Leonardo usciva da una ’bocca’ diversa, posta sul lato destro della cascata attuale. Non c’è alcun dubbio su questo. Non so proprio – conclude Sgarbi annunciando uno spot Rai in cui inviterà i turisti in fuga per il terremoto a tornare, anche sulle orme di Leonardo, in quella parte dell’Umbria che il sisma non ha in alcun modo danneggiato –, come potranno mai opporsi a questa tesi i filotoscani".

Alla conferenza di presentazione dello studio hanno partecipato anche il vescovo di Terni-Narni-Amelia Giuseppe Piemontese, il vicepresidente della Regione Umbria Fabio Paparelli, i sindaci di Terni e Amelia Di Girolamo e Pernazza. A fare gli onori di casa il presidente della Fondazione Carit Luigi Carlini.

Nel 2020 (ad annunciare la decisione il direttore degli Uffizi Schmidt) il «Paesaggio con Fiume» di Leonardo Da Vinci verrà dato in prestito per cinque settimane alla Galleria Nazionale dell’Umbria. «Sarà interessante – commenta Francesco Scoppola del Mibact che della Galleria umbra è stato direttore – vedere come e cosa realizzare intorno all’opera, sulle tracce umbre di Leonardo». A snocciolare dati, elementi, pareri di autorevoli geologi e commentare immagini a disegni e foto realizzate oggi perfino con l’ausilio di droni e una speciale tecnica satellitare, il ricercatore Luca Tomìo, autore della clamorosa scoperta.

«A dirmi che quel paesaggio non poteva essere la valdarno ma in realtà si trattava della Cascata delle Marmore – spiega –, è stato per primo il professor Petroni de La Sapienza. Certo, quella ritratta non è la cascata attuale, che è stata aperta nel 1621 ma quella in cui l’acqua sgorgava dalla cava reatina aperta nel 1422. Quel dente sul costone difronte – aggiunge indicando il punto sul disegno – consente di individuare con piena certezza il luogo, essendo ancora visibile oggi a cascata chiusa». A confermare la tesi, il retro del disegno in cui viene mostrato il punto da cui Leonardo squadernò la visione.

«C’è un’opera custodita ad Amsterdam – continua Tomìo mostrando l’immagine – che apre dalla stessa veduta di Leonardo: il masso raffigurato è proprio il punto di ripresa». Cosa significa questo? Che probabilmente Leonardo in quell’epoca si muoveva tra Umbria e Toscana con altri personaggi della Bottega del Verrocchio: Piermatteo d’Amelia e Pietro Perugino, sulla via francigena. Un «tour» legato a interessi paesaggistici e artistici ma anche idrauilici, almeno nel caso di Leonardo. «Il lavoro da fare ancora è enorme – conclude Tomìo –. Questo è solo un inizio. Altri due disegni geologici di Leonardo conservati a Windsor mostrano le Marmore. Quella sorta di ‘brigata umbra’ che si muove sui passi di Francesco può avere lasciato tracce che aspettano ancora di essere evidenziate...».