Leonardo, il dipinto della Cascata delle Marmore e Papigno va nel Bollettino dell'Arte

La conferma arriva da Luca Tomìo, il ricercatore che proprio un anno fa annunciò che il celebre ‘Paesaggio con fiume’, primo disegno autografo di Leonardo Da Vinci, riprende tratti della valle ternana.

Vittorio Sgarbi, a sinistra, e Luca Tomìo

Vittorio Sgarbi, a sinistra, e Luca Tomìo

Terni, 20 novembre 2017 - IL DISEGNO di Leonardo Da Vinci che raffigura la Cascata delle Marmore e Papigno sarà inserito nel Bollettino dell’Arte, il ‘catalogo’ con cui il Ministero dei Beni culturali certifica i capolavori del Paese. La conferma arriva da Luca Tomìo, il ricercatore che proprio un anno fa annunciò che il celebre ‘Paesaggio con fiume’, primo disegno autografo di Leonardo Da Vinci, riprende tratti della valle ternana.

«Sulll'inserimento della scoperta nel Bollettino – spiega lo stesso Tomìo – ormai non ci sono più dubbi. Spero che anche questo possa velocizzare i progetti che sono già stati avviati riguardo la scoperta». Già, perché quanto scoperto da Tomìo, potrebbe costituire un autentico tesoro, almeno dal punto di vista promozionale. Non è un caso che il Consiglio comunale abbia recentemente approvato l’atto di indirizzo che era stato proposto dai consiglieri Federico Brizi e Stefano Fatale (Forza Italia), che impegna l’amministrazione a ‘sfruttare’ l’opera a livello promozionale proprio per la valorizzazione dell’area della Cascata. Il progetto di marketing è già stato configurato e, ovviamente, Tomìo avrebbe un ruolo di primo piamno. Fatto sta che il tempo passa e lo spunto decisivo non arriva. Non tutti gli studiosi di Leonardo concordano con la ricostruzione del ricercatore milanese, ternano d’adozione, ma l’inserimento della scoperta nel Bollettino dell’Arte rappresenta un’ulteriore certificazione. Del resto, anche il celebrato «Salvator Mundi», battuto all’asta nei giorni scorsi da Christie’s a New York per la cifra record di 450 milioni di dollari, non convince in pieno gli studiosi riguardo l’attribuzione. Secondo alcun, infatti, il prezioso dipinto attribuito a Leonardo e risalente intorno al 1500, sarebbe stato in realtà realizzato da un suo allievo, con il Genio che si sarebbe limitato a un ‘ritocco’ finale.

QUESTO per dire che la disputa scientifica sulle attribuzioni leonardesche non sminuisce il valore della scoperta di Tomìo. Lo stesso Vittorio Sgarbi, apprezzato esperto d’arte, era stato tra i primissimi a sostenere la validità della scopertsa del ricercatore ternano. Sarebbe quindi il caso di non disperdere quello che si presenta come un ‘tesoro’ non solo culturale.