Leonardo alle Marmore sulle tracce di Dante Alighieri

Nuovi interessanti risvolti dopo la scoperta di Luca Tomìo su «Paesaggio con fiume»

Leonardo disegnò la Cascata «mostrando di conoscere la citazione dantesca nel Paradiso» dice il dottor Luca Tomìo

Leonardo disegnò la Cascata «mostrando di conoscere la citazione dantesca nel Paradiso» dice il dottor Luca Tomìo

Terni, 30 gennaio 2017-C’e’ un’altra Terni, quella pre-industriale, ricca di storia e arte. «Una Terni che sta riemergendo molto forte» dice Luca Tomìo, storico dell’arte autore della clamorosa scoperta su «Paesaggio con fiume», primo disegno autografo di Leonardo Da Vinci che ritrae appunto la Cascata delle Marmore. Una scoperta, inconfutabile e come tale accettata dalla comunità scientifica, che sta aprendo nuovi, interessantissimi scenari che chiamano in causa anche il Sommo Poeta. Dante infatti cita nella Divina Commedia (XX canto del Paradiso «udir mi parve un mormorar di fiume/che scende chiaro di pietra in pietra/mostrando l’ubertà del suo cacume) la Cascata delle Marmore. «E Leonardo – dice Tomìo – quando realizza il suo disegno, mostra di avere ben chiaro in mente quanto scritto appunto dall’altro grande toscano che era stato a sua volta ispirato dalla Cascata».

Un interesse dovuto a cosa?

«All’epoca la Toscana aveva confini molto più ampi di quelli attuali e la zona di Ferentillo era un grande polo di attrazione per il suo forte nucleo di catarismo. E’ risaputo che Dante aveva rapporti sia con i catari che con i templari. Di qui il suo interesse per questi luoghi, lo stesso di Leonardo».

Si spieghi meglio.

«Alla fine del ’400 Ferentillo era un feudo dei Cybo che hanno rapporti di stretta alleanza con i Medici. Maddalena dei Medici diventa infatti moglie di Franceschetto Cybo, il cui padre era Papa Innocenzo VIII. E’ singolare che proprio i Cybo trovarono ’miracolosamente’ una delle più importanti reliquie templari. E qui subentra la questione dantesca. Perchè Dante, nel XX canto del Paradiso cita la cascata e a seguire, nel XXI cita il monastero sul Monte Catria di Fonte Avellana. Per farla breve, la venuta di Dante in queste zone potrebbe essere più legata alla traccia esoterica che altro».

Ferentillo come Rennes Les Chateau e il Sacro Graal?

«L’accostamento sembra forte ma è meno azzardato di quanto non si pensi – replica Tomìo –. E’ fuori di dubbio che a Ferentillo ci siano situazioni di esoterismo paragonabili con la celebre località francese. A partire dalla chiesa di Santa Maria di Ferentillo, in origine intitolata a Santa Maria Maddalena. Per non dire dei tanti simboli alchemici sul luogo...».

Insomma, Cascata e Valnerina, sia per Dante che per Leonardo, potrebbero aver avuto un interesse al di là del semplice paesaggio?

«Potrebbero. Se si considera che Leonardo, che si muoveva come un ingegnere militare, oggi lo chiameremo agente sgereto, realizza un disegno della cascata talmente minuzioso da sembrare quasi una foto. Vale la pena ricordare che all’epoca l’area della bassa Umbria era di stretta pertinenza di Firenze...».

Storia, arte, esoterismo ce n’è di roba per pensare ad un rilancio turistico.

«Direi di sì».

Ci vorrebbe un contenitore d’arte adeguato anche nel Ternano.

«La Fondazione Carit ha deciso di finanziare e sostenere sia la ricerca scientifica che la conseguente valorizzazione turistica. Insomma, la sfida è interessante. Perchè la scoperta scientifica non resta fine a se stessa ma può divntare un’opportunità per tutto il territorio».

DONATELLA MILIANI