Finti matrimoni tra italiani e donne domenicane. Così ottenevano il permesso di soggiorno

Sei le persone denunciate con l'accusa di tentato favoreggiamento alla permanenza di stranieri irregolari sul territorio nazionale

Due sposi (foto d'archivio)

Due sposi (foto d'archivio)

Terni, 8 gennaio 2018 - Un giro di finti matrimoni tra cittadini italiani e donne extracomunitarie irregolari che, pagando, regolarizzavano la loro posizione in Italia, è stato scoperto nell'ambito di un'indagine della Digos di Terni. Sei le persone denunciate con l'accusa di tentato favoreggiamento alla permanenza di stranieri irregolari sul territorio nazionale.

Oltre agli sposi, coinvolti anche due uomini, un italiano 50enne e un dominicano 46enne, che avrebbero combinato i matrimoni, almeno quattro, sventati dalla polizia prima della loro celebrazione presso il Comune di Terni. Per le donne, anche loro tutte dominicane, è scattata l'accusa di violazione della normativa sul soggiorno ed è stato avviato l'iter per l'espulsione. In base a quanto riferisce la questura, l'indagine, partita nello scorso mese di agosto, ha permesso di appurare che le dominicane avrebbero pagato una somma di circa 5 mila euro ciascuna, mentre i compiacenti mariti avrebbero accettato il matrimonio in cambio di somme tra i 1.500 euro e i 2.500 euro.

Questo, però, con la garanzia di ottenere il cosiddetto divorzio breve poco dopo. Sempre secondo quanto accertato dagli uomini della Digos - coordinati dal dirigente Marco Colurci - il 50enne e il 46enne si occupavano di organizzare anche tutte le incombenze legate al matrimonio: da quelle burocratiche, accompagnando gli sposi presso gli uffici interessati, al reperimento di compiacenti testimoni alle nozze, quando non erano loro stessi a svolgere tale ruolo. I due avrebbero anche fornito indicazioni utili agli sposi per sviare eventuali controlli di polizia fornendo una storia precostituita che potesse giustificare la scelta matrimoniale. In tutti i casi, i matrimoni, per i quali erano avvenute le pubblicazioni, non sono stati celebrati grazie all'intervento della Digos, entrata in azione prima dell'inizio delle celebrazioni.