Colletti bianchi per affari sporchi: arrestati commercialista e imprenditore

L'accusa è di aver pilotato alcuni fallimenti

Gdf: occhi puntati su un consistente giro di affari

Gdf: occhi puntati su un consistente giro di affari

Perugia, 28 luglio 2017  - COLLETTI BIANCHI per affari sporchi. La Guardia di finanza di Perugia ha arrestato (ai domiciliari) due persone, un imprenditore e un commercialista, entrambi di Corciano, ritenuti responsabili insieme ad almeno altre dieci persone di aver fagocitato imprese in difficoltà al solo fine di svuotarle e portarle alla bancarotta. La misura cautelare è stata emessa dal gip di Perugia, Lidia Brutti, su richiesta del sostituto procuratore Claudio Cicchella, al termine di complesse indagini che hanno portato anche al sequestro di immobili e terreni per un valore patrimoniale di circa 300mila euro. Secondo quanto emerge, l’imprenditore sarebbe stato il fulcro di un sistema criminale che, stando alla valutazione del Gico della Guardia di finanza, ha «inquinato l’economia legale della provincia di Perugia negli anni».

L’INCHIESTA sarebbe nata durante controlli della stessa Finanza e si è incrociata con un’altra indagine portata avanti dalla Procura di Firenze, sempre relativa a fallimenti sospetti e pilotati. In quell’inchiesta, e anche in questa, ci sono molte intercettazioni agli atti che lascerebbero ben poco all’immaginazione. I due uomini arrestati avrebbero agito di concerto, l’uno individuando le società da portare al fallimento, l’altro predisponendo la documentazione necessaria. Il commercialista, in particolare, avrebbe fatto fraudolentemente ricorso al credito bancario, predisponendo documentazione fiscale alterata (tra cui bilanci falsi, ovvero la presentazione di false buste paga e dichiarazioni dei redditi) per ottenere finanziamenti e mutui che altrimenti non avrebbe ottenuto, per un ammontare complessivo di oltre 300mila euro.

I finanzieri hanno inoltre ricostruito che l’imprenditore avrebbe assunto, nel tempo, cariche di amministrazione in 22 società e partecipazioni in 14 imprese dislocate in Umbria, Lazio ed Emilia Romagna, a fronte di una capacità economica e reddituale personale del tutto inadeguata. L’imprenditore ai domiciliari è difeso dall’avvocato Francesco Paolieri, mentre il commercialista si è affidato all’avvocato Luigi Luccarini, che commenta dicendo: «Si tratta di un’ordinanza di custodia cautelare molto complessa, le contestazioni devono essere vagliate e certamente faremo ricorso al Riesame».

NEL CORSO delle indagini gli uomini della Guardia di finanza hanno effettuato 28 perquisizioni ad altrettanti soggetti ed è emerso che in alcuni casi erano gli stessi titolari delle aziende sull’orlo del fallimento a favorire anche dietro pagamento di denaro l’ingresso nelle loro ditte della compagine finita nel mirino della Procura. E, in questo senso, due imprenditori di Castiglione del Lago sono stati indagati per aver distratto beni di una società in danno dei creditori.