Veliero pieno zeppo di cocaina: un umbro coinvolto nel traffico

La procura di Livorno accusa Aldo Boncompagni di Città di Castello

Il blitz

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Perugia, 16 ottobre 2017 - Trecentotredici chili di cocaina nascosti nei gavoni di prua e di poppa del veliero Tabatha II che la trasportava dal Brasile all’Italia; decine di persone coinvolte tra trafficanti, acquirenti e semplici ‘traghettatori’. Adesso, a distanza di tempo, dal maxi-sequestro la procura di Livorno che indagava sulla nave attraccata a Rio Marina all’Isola d’Elba, ha coinvolto anche un umbro, quell’Aldo Boncompagni, già finito nei guai per aver organizzato un maxi-traffico di droga sull’asse Sudamerica-Città di Castello con ‘amici’ trasformati in corrieri ingoiatori e ora affidato in prova ai servizi sociali.

L’uomo, 49 anni, è stato indagato recentemente dopo che gli investigatori sono riusciti a ricostruire tutta la rete di trafficanti che ruotava attorno al Tabatha II. In particolare Boncompagni – difeso dagli avvocati Gianni e Eugenio Zaganelli – è sospettato, in concorso con un campano, Francesco Vetere e con un altro per cui si è già proceduto, di aver acquistato undici chili di quel maxi-carico. La droga – analizzarono gli esperti – era pura all’85 per cento (di principio attivo) e bastava oper realizzare 1.750,080 dosi. Abbastanza da rifornire migliaia di assuntori in tutta Italia.

Una parte – come detto – era destinata all’Umbria. Il sequestro avvenne il 20 luglio del 2011 nell’ambito di un’indagine della polizia di Milano e, inizialmente, finirono nei guai una decina di persone. Solo successivamente, grazie alle intercettazioni telefoniche e ai riscontri, la procura di Livorno ha allargato il cerchio.

Boncompagni – recentemente raggiunto anche dal sequestro di beni mobili e immobili disposto dalla procura – aveva già patteggiato quattro anni di reclusione per la cocaina importata dal Sudamerica (la famiglia possiede anche un’abitazione a Salvador de Bahia) attraverso gli amici che avevano bisogno di denaro e si prestavano a fare viaggi da 500 grammi per volta. Proprio Boncompagni – ha ricostruito la procura di Perugia – aveva i contatti in Brasile per comprare la ‘neve’ a costo di fabbrica ed era lui ad organizzare i viaggi.