"Colussi", presidio tra rabbia e preoccupazioni

Confronto teso tra azienda e sindacati dopo l'annuncio dei 125 licenziamenti. Cgil, Cils e Uil parlano di spiragli di aperture nella trattativa

Colussi, il presidio  dei lavoratori

Colussi, il presidio dei lavoratori

Perugia, 18 ottobre 2017 - «Sono tre anni che perdiamo soldi mese per mese. Siamo in solidarietà e abbiamo rinunciato anche al premio di produzione per salvare la baracca. Per tutta risposta l’azienda ci ha ripagati con una procedura di licenziamento per 125 persone. Questo offende i delegati che ci rappresentano e i lavoratori stessi».

PIERO ZAMPA è un operaio della Colussi, lo stabilimento di Petrignano d’Assisi dove sono stati annunciati 125 licenziamenti. Ieri era con i colleghi a manifestare la rabbia delle maestranze davanti alla sede di Confindustria in via Palermo, dove era in corso una nuova trattativa sindacale con i vertici del gruppo. Un incontro molto teso e a porte blindatissime, con ingresso «rigorosamente» vietato a giornalisti e persone estranee al confronto. Dopo un tavolo durato più di cinque ore i sindacati, a riunione conclusa, sono meno scuri in volto di come sono entrati, sul piatto però rimangono i problemi di intere famiglie che rischiano di perdere il lavoro da un momento all’altro.

COME succede nel caso della vertenza Perugina, anche per questa vengono sfoderate tutte le «armi» della diplomazia sindacale, ma le parti restano comunque divise. Cgil, Cils e Uil parlano però di possibile apertura. «Gli esuberi – spiega Daniele Marcaccioli (Uila-Uil) potrebbero riguardare solo coloro che sono intenzionati a uscire dallo stabilimento di Petrignano, dietro incentivo. Nei prossimi giorni andrà quantificato il numero di persone, quelle a pochi anni dalla pensione, che potrebbero essere interessate da un’opzione del genere. Poi c’è il capitolo della possibile reinternalizzazione di alcuni servizi appaltati all’esterno, come il magazzino trasporti, quello carta, le pulizie, i meccanici; nel complesso, stando alle stime, una mossa del genere potrebbe riguardare una ventina di posti di lavoro».

APERTURE, dopo le richieste dei sindacati, sono arrivate anche sul fronte di una maggiore uniformità dei contratti attraverso i quali sono inquadrati gli oltre 450 dipendenti (alcuni sono retribuiti con un sistema a 32 ore), senza più ricorrere a contratti ad personam. «In più – va avanti Marcaccioli – si è parlato anche di formazione, del piano industriale presentato mesi fa da Colussi e di altre mosse per una possibile riorganizzazione interna del lavoro volta allo scopo di ottenere maggiore produttività. Confermato anche il Piano industriale di 95 milioni per investimenti in strutture e marketing nel triennio 2017-2019». Tutte ipotesi comunque da verificare e che saranno sottoposte al vaglio della fabbrica. Domani nello stabilimento di Petrignano iniziano la assemblee dei lavoratori e il 25 si torna a trattare al tavolo degli industriali.