Dietro le sbarre i conti non tornano: pochi agenti e reclusi troppo "liberi"

Il bilancio degli istituti umbri: la sorveglianza dinamica non aiuta

Uno scorcio dell’istituto penitenziario perugino

Uno scorcio dell’istituto penitenziario perugino

Perugia, 19 giugno 2017 - Sono state ben 104 le colluttazioni avvenute tra detenuti negli istituti penitenziari dell’Umbria durante lo scorso anno, oltre a 37 ferimenti. Il dato emerge da uno schema che il Sindacato autonomo di Polizia penitenziaria ha reso noto di recente durante la conferenza stampa seguita all’ispezione effettuata nell’istituto penitenziario perugino di Capanne. Secondo i rappresentanti degli agenti, colluttazioni e ferimenti, soprattutto per quanto riguarda il carcere di Perugia, sarebbero dovuti in generale alla cronica carenza di organico della Penitenziaria ma anche all’accresciuta libertà di movimento dei detenuti, che attualmente sono in regime di sorveglianza dinamica.

Ciò vuo, dire che per otto ore al giorno i detenuti stessi possono circolare fuori dalle loro celle, nella loro sezione. Solo che, rispetto a prima, non c’è più un agente presente fisicamente: adesso la sorveglianza avviene da remoto, tramite telecamere piazzate nei corridoio, mentre invece, come hanno spiegato i poliziotti, è nelle celle che avvengono sapesso angherie tra detenuti e veri e proprie aggressioni, come testimoniano anche i numeri della statistica. Oltre alle colluttazioni e ai ferimenti, che in molti casi hanno interessato anche i poliziotti, si contano 26 tentati suicidi e 225 atti di autolesionismo.

In particolare sempre in tema di autolesionismo, sono 123 quelli nel carcere di vocabolo Sabbione a Terni, 51 avvenuti a Spoleto, 49 a Perugia e due ad Orvieto. Per quanto riguarda i numeri della popolazione carceraria umbra, sono in tutti 1370 i detenuti presenti nei quattro penitenziari, con 1322 uomini e 48 donne. La capienza regolare sarebbe di 1.338 unità. Nello specifico, a Perugia sono presenti 374 detenuti, di cui 295 condannati (244 stranieri) e 79 imputati. A Spoleto sono 480 (94 stranieri), di cui 427 condannati e 53 imputati. E’ Terni che registra il maggior numero di detenuti imputati, con 133 persone in attesa di giudizio e 297 condannati. A controllarli doverebbero esserci 1002 agenti di Polizia penitenziaria, invece in tutta la regione ce ne sono 827, cioè 175 addetti in meno.

Numeri che, secondo il Sappe, ma anche secondo quanto sostengono altre sigle sindacali (Osapp, Uil, Cisl Fns, Sinappe, Cgil Fp) che da oggi inizieranno un sit- in permanente fuori da Capanne, sono decisamente allarmanti. In particolare le sigle che daranno vita alla protesta permanente lamentano gli "elevati carichi di lavoro dovuti alla carenza di personale", la "diminuzione di sicurezza per il personale durante l’espletamento dei compiti relativamente all’ormai quotidiano accorpamento di più posti di servizio» e l’«assegnazione di detenuti da altri istituti penitenziari con patologie psichiatriche non idonei alla sorveglianza dinamica".