La Banda dei carabinieri suona per i 145 anni del Serafico

Assisi: grandiosa cerimonia al Lyrick alla presenza del generale Tullio Del Sette

LA FESTA  Le autorità sul palco del Lyrick di Assisi

LA FESTA Le autorità sul palco del Lyrick di Assisi

Assisi, 25 settembre 2016 - UN TEATRO LYRICK tutto esaurito per il concerto della Banda Musicale dei Carabinieri organizzato dall’Istituto Serafico di Assisi in occasione dei suoi 145 anni e per promuovere il progetto de I Letti di Francesco. «Oggi i protagonisti non sono i Carabinieri della Banda ma gli ospiti e gli operatori dell’Istituto Serafico cui va un abbraccio fortissimo da parte mia, dei Carabinieri e delle loro famiglie», è stato il saluto del generale di Corpo d’armata, Tullio Del Sette, che interpellato dalla presentatrice Liliana Fiorelli sull’origine del termine Benemerita attribuito all’Arma, ha spiegato come i Carabinieri siano benemeriti per il loro operato tra la gente sul fronte della sicurezza (citati tra gli altri i sacrifici di Andrea Angelucci e Donato Fezzuoglio) ma anche per il loro stare tra la gente e adoperarsi per iniziative benefiche». Di «due grandi esempi per la comunità», l’Istituto Serafico - si legge in un suo comunicato - e l’Arma dei Carabinieri, ha parlato Stefania Proietti, che prima di diventare sindaco di Assisi era stata consigliere d’amministrazione dell’Istituto, carica che ricorda «con estremo orgoglio e un pò di commozione».

«IL SERAFICO - ha detto è un’eccellenza del territorio che da sempre porta in alto il nome della città di Assisi e questo anniversario deve essere l’occasione per ribadire l’importanza dell’Istituto per la città di Assisi e non solo. Il lavoro che gli operatori svolgono quotidianamente con cura e amore è esempio concreto di misericordia e carità e la sua eco è internazionale». La presidente del Serafico Francesca Di Maolo - prosegue il comunicato - ha ringraziato di cuore il generale Del Sette e la Banda, «per questa serata - ha detto - e per il vostro eroismo quotidiano: quando siamo andati in Kosovo, gli unici segni di ‘civiltà’ erano quelli portati dai Carabinieri».