Aumenti di 30-35 euro in bolletta? Petruzzi (Federconsumatori): «Occhio, è una bufala»

Luce più cara per recupero morosità. ‘Soltanto un’ipotesi’

Alessandro Petruzzi (Federconsumatori)

Alessandro Petruzzi (Federconsumatori)

Perugia, 24 febbraio 2018 - «Attenzione: i ripetuti messaggi ‘Aumenti di 30-35 euro nella bolletta della luce, non pagate’ che stanno girando sui social, sono una bufala». Alessandro Petruzzi, presidente della Federconsumatori, rasserena gli animi degli utenti. Compresi quelli umbri, visto il bombardamento di chat su telefonini e profili facebook che piovono in questi giorni anche nella nostra regione. Si tratta insomma di una fake-news in piena regola, anche se non si escludono i temuti rincari.

«Quello che è vero – avverte infatti Petruzzi – è la questione del recupero del mancato pagamento degli oneri di sistema da parte dei morosi, che sono soprattutto aziende a corto di liquidità. Si tratta però soltanto di una ipotesi ventilata dall’Autority per l’energia, e se dovesse diventare percorribile l’aggravio in bolletta sarebbe di due euro e non di 35 come invece recita la bufala. Nonostante si parli di una cifra modesta, Federconsumatori si oppone comunque a questo disegno. In quest’ottica – prosegue Petruzzi – stiamo raccogliendo segnalazioni e manifestazioni di dissenso da parte dei cittadini, sconcertati da una proposta che giudichiamo inappropriata, ingiusta e inopportuna». Federconsumatori ammette che sarebbe necessaria una seria riforma degli oneri di sistema.

«È opportuno valutare – va avanti Petruzzi – le varie situazioni di inadempienza, disponendo misure per i casi di morosità incolpevole e di ‘povertà energetica’, fenomeni che sempre più spesso non riguardano solo famiglie e anziani, ma anche i giovani, specialmente studenti. Esistono già esempi virtuosi che prevedono una forma volontaria di solidarietà da parte di cittadini, imprese e fondazioni, per la costituzione di un ‘Banco dell’energia’ destinato agli utenti in difficoltà». Sulla stessa lunghezza d’onda anche Adiconsum. «La proposta dell’Autorità – spiega Francesco Ferroni – arriva in Umbria in un momento in cui le partecipate si apprestano ad applicare aumenti significativi delle tariffe peraltro già alte. Adiconsum sta valutando di rivolgersi alla Magistratura almeno per quei casi in cui i gestori nemmeno rispondono alle richieste di chiarimento dei cittadini».