E' in palestra invece che in Comune, licenziata senza preavviso dipendente 'infedele'

La donna era già al centro di un'inchiesta penale

Cartellino in una macchina marca-tempo in una foto d’archivio Ansa

Cartellino in una macchina marca-tempo in una foto d’archivio Ansa

Assisi, 22 settembre 2017 - Licenziata senza preavviso: ha usato il pugno duro il Comune di Assisi nei confronti di una dipendente dell'ufficio turismo che secondo un'indagine condotta dai carabinieri si recava in palestra o dall'estetista mentre avrebbe dovuto essere al lavoro. La stessa amministrazione ha disposto la «sospensione facoltativa» dal servizio per un vigile urbano che secondo lo stesso personale dell'Arma, per non sanzionare contravvenzioni al codice della strada si sarebbe fatto consegnare, trattenendolo per sé, denaro in misura ridotta rispetto al previsto. Provvedimento disposto dopo la richiesta di rinvio a giudizio da parte della procura. Per entrambi i procedimenti penali sono ancora in corso, ma il Comune ha già annunciato che si costituirà parte civile in un eventuale processo per chiedere il risarcimento dei «danni provocati alla collettività». «Niente sconti - ha sottolineato il sindaco Stefania Proietti - a chi non rispetta la legge e il pubblico impiego, provocando un danno a tutta la collettività oltre che all'immagine dell'ente e delle tante persone oneste che lavorano per esso. E che vanno difese».

«L'atteggiamento fermo e intransigente dell'Amministrazione comunale nei confronti di entrambi - ha ribadito il Comune in una nota - è stato deciso per rispettare le norme, e per adempiere al dovere civico, in un momento di disoccupazione giovanile e di crisi economica, di ricordare, a chi ha avuto il privilegio di assumere un incarico nella pubblica amministrazione, che questo comporta dei doveri ineludibili prima ancora che dei diritti. E il disprezzo di questi doveri, in presenza di comportamenti gravi e inqualificabili, non può che essere sanzionato con il massimo rigore». Per la dipendente licenziata, i carabinieri hanno accertato che avrebbe attestato falsamente la sua presenza in servizio mentre si recava in palestra, a casa o dall'estetista. Uscendo dal suo ufficio in anticipo ma indicando sull'apposito registro - ritengono gli investigatori - l'orario regolare. Il Comune ha spiegato che a carico della dipendente, i decreti attuativi della riforma Madia «hanno consentito di intraprendere celermente il procedimento disciplinare, senza attendere gli esiti del processo penale». Questo si è concluso, dopo la sospensione dal servizio, e con il licenziamento senza preavviso. Provvedimento che, insieme alla sospensione del vigile, il Comune ha voluto rendere pubblici. Per «informare i cittadini del percorso disciplinare intrapreso, nel rispetto delle leggi vigenti, per sanzionare i comportamenti contrari alle leggi, al contratto di lavoro, al codice disciplinare in vigore e, soprattutto, all'interesse pubblico».