Perugia, in un negozio spunta un affresco del Pomarancio

Perugia: l’opera nascosta sotto l’intonaco. Sono in corso i restauri

L'affresco scoperto in un negozio

L'affresco scoperto in un negozio

Perugia, 25 settembre 2016 - UNA PARETE coperta da una bianca mano di vernice. Eppure là dietro, nell’antica chiesa di San Luigi a Maestà delle Volte, c’era un altro affresco. Bello e martellato da secoli di ignoranza, nitido in alcuni particolari, aggiunta poderosa all’impegno d’arte del Pomarancio che qui operò dal 1568. Un ambiente del Seminario arcivescovile che ha ospitato in anni recenti esposizioni di arredi sacri, dell’enciclopedia Treccani e adesso un raccolto emporio del negozio «Niba». Da un mese sono partiti i restauri, affidati alla cooperativa Kyanos per la direzione tecnica di Carla Mancini con i lavori finanziati da Jacky Deng, avveduto sostenitore della bellezza tanto da voler donare alla città questo recupero straordinario. E studente alla Stranieri nel 2001.

DURANTE le analisi programmate Paolo Biscarini, dall’alto della sua esperienza, ha ‘sentito’ al tatto e al suono che sotto la tinteggiatura la parete mandava segnali precisi. Man mano è venuta alla luce l’opera tra mille precauzioni, considerati i danni e le manomissioni che s’erano succeduti. Ed ecco la sorpresa gradita: a far da contraltare alla cena di Emmaus sul lato opposto e alle fitte decorazioni laterali due telamoni, figure di un vecchio dal profilo grifagno e d’un giovane pittoricamente stupendo per lampeggiamenti, potenza espressiva del volto, inarcato vigore del busto, estratti dalla virtù compositiva del Pomarancio, vera firma autografa.

AL CENTRO una porta, una sorta di trompe-l’oeil, col legno dipinto sovranamente, i pomelli di scorcio, l’apertura di sottecchi su un vano e al di sopra, incorniciata a rapidi tratti, quella che sarebbe stata la scena principale. Se di fronte c’è una Cena, perché anche qui non potrebbe trattarsi di un soggetto similare? Si nota una figura inginocchiata dai riflessi argentati, una mano che le si protende sul capo, sprazzi di un mantello rosso. E tutt’intorno le malefatte di una cattiva, anzi pessima, gestione.

QUALCUNO pensa anche a un soggetto con la Maddalena e ogni ipotesi può essere sostenuta. Domina la qualità alta di quanto emerso dalla nebbia dei secoli. L’ambiente acquista ancor più valore: c’è la sinopia (il disegno preparatorio dell’affresco) di una Madonna in trono del ‘300, una Maestà da cui prende il nome la via, al di sopra una cupoletta e quattro pennacchi. Un lembo restaurato ha fatto avvampare la mano del Pomarancio. Questo era conosciuto, però ora illustrato bene con l’affresco ritrovato. La Kyanos è completata da Silvia Polidori, Paolo Proietti, Giustina Vigilante, Federica Gagliardini. Con l’avallo di mister Deng che ha sostenuto l’impegno e ha invitato la cooperativa per il primo incontro proprio al Gallenga. Niente di strano: un ricordo e un’emozione.