Ecco gli "eroi" che portano l'acqua a Castelluccio. Il bestiame è salvo

Una tubatura di 6 chilometri per prelevare l'acqua dall'acquedotto delle Fate. Il terremoto ha stravolto le falde acquifere della zona

Al lavoro per portare l'acqua a Castelluccio

Al lavoro per portare l'acqua a Castelluccio

Castelluccio di Norcia (Perugia), 9 luglio 2017 - "Sul Pian Grande non c'è più acqua e così stiamo realizzando una tubatura di 6 chilometri che ci permetterà di prelevarla dall'acquedotto delle Fate, che si trova a circa 2.000 metri": Diego Pignatelli, agricoltore e allevatore, oltre che presidente della Pro loco di Castelluccio di Norcia, spiega che "grazie a questi chilometri di tubi potremo abbeverare le nostre bestie che sono al pascolo".

Sul Pian Grande ci sono bovini, cavalli e pecore. La siccità che sta attanagliando anche i monti Sibillini sta complicando la situazione, ma - per Pignatelli - il motivo della mancanza di acqua "è da ricondurre al terremoto, che ha modificato le falde acquifere della montagna: laddove fino a un anno fa c'era tanta acqua oggi non ce n'è nemmeno una goccia, mentre in altre zone, notoriamente aride, sono spuntati fuori torrenti".

A Norcia ad esempio è tornato in superficie il fiume Torbidone, di cui si erano perse le tracce dagli anni Sessanta. La modifica delle falde acquifere e quindi l'assenza di acqua in alcune zone strategiche della Valnerina non è un problema che riguarda solo Castelluccio: a Norcia c'è la zona di San Benedetto in Monte, dove oggi vivono i monaci benedettini, che è all'asciutto da circa tre settimane, tanto che i monaci ogni giorno sono costretti a farsi portare mille litri d'acqua per i i fabbisogni primari.