Perugia, 20 aprile 2014 - L’ATTACCO sembra frontale. Il direttore generale Walter Orlandi contro i ‘pensionati’ e, in particolare, gli «ex Direttori di strutture universitarie». Il capo del Santa Maria della Misericordia li vuole fuori dalla struttura, dalla ‘frequentazione’ dei reparti. Pena l’incriminazione. Non solo per loro, ma anche per quanti favoriscono il loro ingresso. E’ tutta contenuta in una lettera protocollata il 3 aprile e inviata ai Direttori delle strutture complesse e agli organi istituzionali il diktat in materia di sanità. Vediamo cosa succede. La nota di cui è venuta in possesso «La Nazione» comincia così: «Sono giunte a questa direzione segnalazioni, da ultima anche dal Comando dei Nas di Perugia del 19 marzo, di abituali presenze all’interno di reparti del Presidio ospedaliero di personale che non ha rapporti con l’Azienda, ed anche di ex direttori di strutture universitarie che continuano a frequentare assiduamente la struttura anteriormente diretta, continuando a svolgere all’esterno la propria attività libero professionale». Nomi ovviamente non ce ne sono ma nel passato recente la sanità umbra ha assistito al pensionamento di molti big della medicina. Nel mirino della Direzione, in particolare, ci sarebbero almeno 5-6 professori. Cosa di concreto abbia scatenato l’intervento del direttore non si sa.

IL NAS guidato da Marco Vetrulli in effetti — secondo fonti investigative — la comunicazione l’ha fatta, ma preventiva. Proprio per i numerosi pensionamenti e in seguito ad alcune voci di corridoio il Comando carabinieri della salute ha caldeggiato al direttore dell’Azienda di verificare che non ci siano situazione illegali. Se avesse verificato viceversa reati consumati e quindi personale in pensione che visita o opera all’interno della struttura ne avrebbe informato la procura. Orlandi si è evidentemente infuriato. «Si ribadisce che possono essere presenti nei reparti soltanto persone espressamente autorizzate dall’Azienda e, nel contempo si ricordano — è ancora la nota — le pesanti responsabilità di tipo penale e civile per i danni che i soggetti estranei possono subire o arrecare a terzi, responsabilità che gravano sul dirigente della struttura che consente tali indebite frequentazioni». Il direttore generale paventa una possibile incriminazione: «Nel caso di personale collocato in quiescenza che continuasse ad esercitare le precedenti attività verrebbe poi anche ad essere realizzato il reato di usurpazione di funzioni pubbliche, previsto e punito dall’articolo 347 drl codice penale con la reclusione fino a due anni, con concorso nel reato del Direttore della struttura complessa che tale indebito esercizio consenta». Il Rettore, Moriconi ancora non ha assunto alcuna decisione in merito. «Credo si tratti di un problema dell’Azienda ospedaliera. Ora metterò mano alla questione. Per quanto riguarda i professori Emeriti possono restare nell’ambito delle strutture universitarie se poi l’attività di insegnamento e di ricerca implica altre cose, non so. Vedremo».
Erika Pontini