Perugia, 25 marzo 2014 - E’ una notte qualsiasi. Una notte fredda che fa paura quando contro la vetrina di un esercizio commerciale vengono esplosi colpi d’arma da fuoco. Più d’uno che mandano in frantumi tutto. Sogni compresi. Non è il bronx, è ‘solo’ Ponte Felcino. Quartiere di periferia divenuto negli anni, purtroppo, terminal di affari sporchi. Al pari di Ponte San Giovanni, e ritrovo spesso di extracomunitari. La notizia, inquietante, sul quale viene mantenuto il più stretto riserbo da parte degli inquirenti che lavorano al caso, è trapelata solo oggi, ma la vicenda risale ad alcune settimane fa. Quando un commerciante perugino si sarebbe accorto dell’esplosione e alle forze dell’ordine intervenute deve aver raccontato cosa è accaduto e perché. Qualcosa da cui cominciare per dare un volto, un nome e un movente agli spari nella notte.

Le ipotesi al vaglio degli investigatori, allo stato, sono più di una. Dal gesto passionale, all’episodio ritorsivo fino, addirittura, a profilare l’ombra del racket. In una regione, quella umbra, che ancora spera di restare un’isola felice, immune a episodi propri della criminalità organizzata. Eppure proprio le immediate periferie della città, le zone dei ‘Ponti’, in un passato recente, hanno portato alla luce fatti da leggere con la lente di ingrandimento delle mafie. Uno per tutti. L’inchiesta «Apogeo» dei carabinieri che a Ponte San Giovanni aveva sgominato un gruppo legato ai Casalesi che avevano scelto le attività imprenditoriali e commerciali per riciclare soldi sporchi. Anche Ponte Felcino non è immune a fattacci di cronaca. Dallo spaccio degli albanesi (oltre un anno fa la Finanza sequestrò oltre undici chili di droga in un’abitazione), ai regolamenti di conti. Proprio lì, in una casetta accanto alla ferrovia, si consumò il delitto irrisolto di Roberto Provenzano, muratore calabrese, ucciso nel 2005. L’unico imputato è stato assolto. E sempre Ponte Felcino fece da sfondo all’inchiesta antiterrorismo della Digos contro l’imam che — nell’ottica accusatoria — avrebbe addestrato i mujahiddin per la guerra santa.
Eri.P.