Gualdo Tadino, 22 gennaio 2014 - Il comandante dei vigili urbani di Gualdo Tadino, Angelo Cardinali, 57 anni, è indagato dalla procura di Perugia per rifiuto di atti d’ufficio. E’ accusato di aver restituito la patente di guida all’ambasciatore della Repubblica italiana in Nicaragua, il marchigiano Renato Maria Ricci, che il 7 settembre 2013 con la sua auto aveva oltrepassato di oltre 60 chilometri orari i limiti di velocità. Oltre alla multa — è spiegato negli atti del pubblico ministero Mario Formisano (nella foto) — l’articolo 142 del Codice della strada «prevede la sanzione amministrativa accessoria della sospensione della patente di guida da sei a 12 mesi». Ma all’ambasciatore col piede pesante quella patente non è stata mai sospesa: infatti Cardinali, secondo la ricostruzione accusatoria contenuta nell’avviso di conclusione delle indagini, «avendo appreso che Ricci era ambasciatore gliela restituiva, omettendo di operare alcuni adempimenti previsti dal Codice della strada».
 

La storia è ricostruita dai carabinieri della sezione di polizia giudiziaria (diretta dal tenente colonnello Giovanni Mele): la pattuglia ferma il diplomatico che è appena sfrecciato davanti all’autovelox e lo sanziona per eccesso di velocità. A quel punto l’uomo chiede di incontrare il comandante della polizia municipale. L’incontro avviene, sembra, la mattina stessa nell’ufficio del comandante. Stando alle dichiarazioni raccolte dagli investigatori l’ambasciatore avrebbe chiesto a Cardinali «benevolenza». Così decide di pagare la sanzione, oblata nelle vie brevi, versando varie centinaia di euro al comandante, che non gli rilascia alcuna quietanza. Torna a casa con la patente che, nonostante gli fosse stata inizialmente ritirata, non è stata trasmessa alla Prefettura. Insospettito dall’insolita procedura, è lo stesso ambasciatore che segnala l’episodio.

I carabinieri hanno analizzato la documentazione contabile dell’ufficio economato del Comune gualdese, riscontrando il puntuale versamento delle contravvenzioni oblate nelle vie brevi. Contravvenzioni, sì, al plurale, perché – secondo l’accusa – anche un’altra patente era stata impropriamente restituita 19 giorni dopo quella dell’ambasciatore. L’indagato è difeso dall’avvocato di fiducia Diego Lacchi, del Foro di Perugia.
L’art. 328 del Codice penale riguardante il «rifiuto di atti d’ufficio» spiega: «Il pubblico ufficiale o l’incaricato di un pubblico servizio, che indebitamente rifiuta un atto del suo ufficio che, per ragioni di giustizia o di sicurezza pubblica, o di ordine pubblico o di igiene e sanità, deve essere compiuto senza ritardo, è punito con la reclusione da sei mesi a due anni».
Un bel guaio per il benevolo comandante. Ricevuto l’avviso di conclusione delle indagini preliminari dovrà decidere quale strada imboccare. Potrebbe chiedere alla procura di essere interrogato per difendersi dalle accuse.