Perugia 20 gennaio 2014- «Piccoli non si vince». Giovanni Giorgetti, ceo della ESG89 il Centro Studi che   analizza i bilanci delle società, sintetizza l’analisi effettuata su quelle che gestiscono gli aeroporti dell’Italia ‘mediana’: Ancona-Falconara, Firenze, Pisa e Perugia. «Le Marche e l’Umbria — spiega il manager umbro — evidenziano deficit di gestione. In Toscana invece i due scali passeggeri raggiungono risultati  esaltanti». Fra poco meno di 500 giorni si aprirà l’Expo 2015 e si attendono milioni di turisti nel Bel Paese, come stanno le cose?

«Lo scalo di Pisa — sottolinea Giorgetti —, ha superato i 70 milioni di fatturato, nel 2004 erano 32 milioni. Un salto determinato soprattutto dalla crescita dei voli low cost. L’utile netto  supera i 6 milioni di euro. Una gestione, quindi di tutto rispetto che ha consentito a Pisa di entrare nella top ten degli aeroporti italiani in termini di traffico passeggeri e di raggiungere, a partire da agosto, la nona posizione, superando così scali nazionali quali Roma Ciampino e Palermo. Firenze spa  — continua — sfiora i 50 milioni di fatturato, registra un risultato netto d’esercizio di 3.296.000.   Il 18 dicembre 2013 sono stati sfiorati i 2milioni di passeggeri e il presidente Marco Carrai - fra i consiglieri economici di Matteo Renzi -  annuncia che nel 2014 verrà dato il via alle procedure per la costituzione della holding con Pisa».  

"Vanno meno bene le cose per Ancona-Falconara - fa notare Giorgetti - con un assetto azionario misto in maggioranza pubblico e  una minoranza da destinare a nuovi investitori, pare esteri. Il fatturato si  aggirato sui 13 milioni, ma con un andamento altalenante nel risultato d’esercizio. Il 2012 ha registrato un perdita secca di oltre 3 milioni e un patrimonio praticamente dimezzato a 3.581.000 euro. E il 2013 sembrerebbe ancora più pesante. Passeggeri che sfiorano i 500.000.  Sase Spa, la società ‘pubblica’ che gestisce l’aeroporto di Perugia-Assisi ha un fatturato che supera i 4 milioni di euro e perdite consolidate di oltre 700mila euro. Il 2013 si sarebbe chiuso con un passivo leggermente maggiore a fronte di un fatturato pressoché stabile. Passeggeri sopra quota 200.000. Si sta lavorando per il biennio 2014-2015 ad un collegamento con un hub internazionale per raggiungere quota 400.000. Intanto i soci pubblici sono chiamati a coprire le perdite.
Quindi?

«Beh, si evince che ‘piccoli’ in questo settore non si vince! Gli scali toscani, quotati in Borsa Milano, hanno raggiunto e superato ampiamente il punto di pareggio di gestione e  guardano al futuro con ottimismo lavorando addirittura alla costituzione di una holding fra Firenze e Pisa. Per le Marche e per l’Umbria la situazione è in chiaroscuro. Mancanza di passeggeri e di rotte strategiche, ma soprattutto costi di gestione inevitabilmente troppo elevati per raggiungere almeno il punto di pareggio».
E una sinergia strategica commerciale fra Anoca e Perugia?
«Potrebbe essere la via da seguire. una holding umbra-marchigiana magari lavorando per l’ingresso di partner privati di settore. Anche alla luce del fatto che nei prossimi 18 mesi sia Umbria che Marche si possono giocare la carta dell’Expo 2015 solo se ben collegati con la Lombardia. A queste domande scelte politiche illuminate e innovative da parte dei due Governatori, Spacca e Marini potranno dare risposte convincenti. Il campanilismo — conclude Giorgetti — in un’economia globale non è più produttivo».
Donatella Miliani