Firenze, 4 ottobre 2013 - Luciano Aviello, ex collaboratore di giustizia e ascoltato come testimone al processo perugino per l'omicidio di Meredith Kercher, e' stato ascoltato di nuovo stamane in Corte d'assise a Firenze: a Perugia aveva accusato suo fratello dell'omicidio, poi aveva ritrattato con i pm, oggi e' tornato di nuovo indietro, accusando ancora il fratello. Questo suo comportamento processuale gli e' gia' costata un'accusa per calunnia.
Aviello e' stato chiamato a testimoniare di nuovo per una questione meramente procedurale. Lo stesso residente della Corte d'assise d'appello di Firenze, Alessandro Nencini, ha ricordato come le sue dichiarazioni lo abbiano portato all'accusa di calunnia e che il processo si aprira' nel gennaio del 2014.

Aviello, attualmente detenuto in carcere ad Ivrea, ha risposto alle domande spiegando anche di chiamarsi Luciano Lucia e di essere in attesa di ''un cambio di sesso''. Nella sua dichiarazione ha detto: ''Sull'accusa a mio fratello (deceduto, ndr) non cambio idea, mio fratello e' il colpevole, non lo sono ne' Amanda ne' Sollecito. Tutto il resto e' noia''. Secondo Aviello l'omicidio sarebbe avvenuto durante una rapina. Scettici sulle dichiarazioni tutti i legali: la stessa avvocato Giulia Bongiorno, che difende Sollecito, ha glissato un commento su Aviello, ispondendo che il giudizio si deve basare su ''prove certe''.