Firenze, 21 settembre 2013 - Sull'omicidio di Meredith Kercher avvenuto a Perugia, torna a dire la sua Raffaele Sollecito, assolto con Amanda Knox nel processo di appello. Processo che ora è da rifare, visto che la Cassazione ha annullato quella sentenza. "Qualsiasi teoria accusatoria e' solo frutto di una fantasia torbida ed un accanimento insensato - dice Sollecito - Spero che questa Corte voglia approfondire e accettare le nostre richieste, non tenendo conto di pregiudizi e di giudizi sulla personalita', oltretutto deviati dalla stampa avida di gossip, che non hanno nulla a che vedere con qualsivoglia responsabilita'".

Ma la vera attenzione di Quarto Grado è su Amanda. Che è stata intervistata a Seattle, dove il programma l'ha raggiunta. Lei racconta la sua versione di quelle ore di incubo, nel 2007, quando il corpo di Meredith fu scoperto. "Non si pensa mai che vedrai una persona per l'ultima volta ma con Meredith fu così - dice Amanda -  Con Raffaele quel giormo siamo usciti, volevo vedere il film Amelie con Raffaele e lui non lo aveva mai visto. Abbiamo visto la fine di questo film, cucinato un pesce, abbiamo mangiato e abbiamo fumato uno spinello insieme. Abbiamo chiacchierato e fatto l'amore e poi ci siamo addormentati".

Poi la scena si sposta: "Il giorno dopo volevamo andare a Gubbio, quindi sono andata a casa mia per cambiare i vestiti. La porta della casa era aperta. Ho gridato "c'è qualcuno?" ma nessuno mi rispondeva. Sono andata per fare la doccia e cambiare i vestiti. C'erano delle macchioline di sangue dentro il rasoio. Quando sono uscita dalla doccia ho visto una macchia di sangue più grande su un tappettino".

Qui inizia il terrore. "Ho chiamato mia madre che mi ha detto di parlare con Raffaele di questa macchia. Non sapevo come chiamare la polizia. Ho spiegato a Raffaele cosa ho visto. Sono tornata con Raffaele e guardando in giro la casa ho visto qualcosa che mi ha spaventata". Poi Amanda dice: "C'era una finestra rotta dappertutto, i vestiti lasciati in giro, le cose spostate. La porta della stanza di Meredith era chiusa a chiave. A quel punto abbiamo chiamato la polizia". 

Ma intanto arrivano gli amici di Filomena Romanelli, l'altra coinquilina di Meredith, con la stessa Filomena. Tutti entrano forzando la porta di casa, "e Filomena gridava: un piede, un piede. Ho chiesto a Raffaele che significava un piede, mentre le forze dell'ordine ci facevano uscire dalla stanza. Non riuscivo a credere che Meredith fosse morta, perché, come poteva essere successo.

Speravo che qualunque cosa avessero trovato non fosse lei. Ero persa. Mi sono appiccicata a Raffaele perché mi dava sostegno e siamo andati in questura". 

Don Saulo è l'unica persona di cui Amanda parla quando il giornalista Mediaset va a Seattle. "Raccoglievo le confidenze di Amanda - dice don Saulo - La prima volta che l'ho vista le ho chiesto come chiedo a tutti se vogliono parlare anche con il cappellano. Poi con lei nascerà un rapporto importante". 

"Hanno detto che avevo due anime, che avevo una parte di me maledetta, che ero fissata con sesso e violenza. Non c'era nessuna evidenza di questo, non c'è mai stato. La Cassazione ha sbagliato, hanno completamente ignorato prove di innocenza". 

E poi continua: "Oltre a tutte le prove c'è la prova che io non sono in quella stanza, non c'è una traccia di me. Se io ho partecipato a un'orgia, a un accoltellamento, a un attacco di una persona ci sarebbe una traccia di me e non c'è. Comunque non faccio pregiudizi su questa corte. Io ho molta speranza che loro vedranno la prova di innocenza, che il processo finirà e che possa andare avanti. Resto qua primo perché non ho risorse finanziarie per andarci. Tutto quello che ho guadagnato lo ho speso per ricompensare la mia famiglia, per pagare i miei avvocati. Inoltre c'è la paura che non potrei offrire in aula nient'altro che una distrazione, nel senso che ho già fatto la mia testimonianza. Ogni volta che entravo in quella stanza tutti i media guardavano me, non ascoltavano quello che diceva la difesa, era secondario tutto il resto. Inoltre sono stata in carcere quattro anni ingiustamente e non posso conciliare questo fatto con la scelta di tornare. Si può dire che un innocente non deve avere paura del carcere, ma mi è già successo e non voglio tornare a quello". 

Amanda parla del carcere: "Avevo poco tempo per parlare con la mia famiglia. Penso che chiunque mediti il suicidio in quella situazione. Ero esausta e triste per quella esistenza. Non c'era privacy. Loro possono vederti e toccarti nuda come vogliono. Non c'è sicurezza rispetto alla violenza, sei un cane, non esisti come una persona normale. Un agente una volta mi ha seguito in bagno e mi ha preso tra le sue braccia. Sono riuscita a scappare. Altre volte venivo chiamata giù nella parte amministrativa. Il vicecomandante mi chiedeva quale biancheria intima portavo, in che posizioni volevo fare sesso, se avessi fatto sesso con qualcuno come lui. Questo è un uomo con le stellette sulle spalle". 

Il rapporto con Dio: "Ho pregato certe volte nel modo che don Saulo mi ha indicato. Dio, se ci sei, per favore aiutami. Lui mi ha regalato un ciondolo con una colomba, che rappresenta lo spirito santo che è la mia chiesa ma per te rappresenta la libertà". 

Don Saulo interviene in trasmissione: "Mi raccontò molte cose, tristezze e speranze. Ho convidiso le une e le altre. E poi questa colombina per ognuno ha un significato particolare". 

Amanda parla di Raffaele: "Sono triste per lui, la gente dovrebbe accogliere la prova che anche lui è innocente. Sta provando a ritrovare un posto da chiamare casa. Non si sente più accettato. La nostra relazione non è innamoramento. Abbiamo passato un incubo insieme, siamo come soldati che hanno attraversato una guerra insieme, siamo uniti e possiamo fidarci l'uno dell'altro. Io speravo che sarei stata più felice di quanto sono. Ogni cosa che vivo ogni giorno ha un riflesso su cosa ho imparato in Italia".

E ancora: "Ho imparato cose brutte. Non mi piace imparare che non mi posso fidare della gente. Voglio parlare agli italiani, non è giusto lasciarli giudicare me senza sapere chi sono". La ragazza si presenta: "Ciao sono Amanda, mi piace cercare il meglio in ogni persona. Vorrei più di un bambino, non importa che sesso. Sto facendo pratica con due gattini che hanno bisogno di amore e sostegno. Io vedo nel mio futuro la possibilità di essere madre, non mi vedo in prigione". 

Su Meredith: "Mi ha accolta dal primo giorno, mi portava in giro dal primo giorno, era gentile e aperta. Come non avrei potuto prendere a cuore questa persona? Vorrei andare sulla tomba di Meredith. La sua tomba è come parte della famiglia, è un posto intimo che non voglio invadere se loro non mi accolgono. Ho letto il libro di John Kercher (il padre) e ho trovato l'amore per Meredith e ho visto anche la loro inabilità di vedere oltre l'accusa. Affrontarli ora sarebbe affrontarli vedendomi come la persona responsabile della morte della loro figlia e questo non è affrontarli. Voglio che capiscano che sono innocente e vorrei che mi dessero una chance".