Perugia, 30 agosto 2013 - Spedizione di dieci soci del Cai di Foligno partita a fine luglio con l’obiettivo di raggiungere la vetta del monte più alto del Ladakh, lo Stok Kangri, di 6.153 m, ha fatto ritorno dopo un mese trascorso nella regione all’estremo nord dell’India. Del gruppo sono stati otto a raggiungere la vetta. Partiti dal campo base posto a 4.950 m alla mezzanotte del 13 agosto, dopo avere attraversato il ghiacciaio che copre la parte sommitale del massiccio montuoso ed avere superato le creste rocciose della parte terminale, hanno raggiunto la vetta, con immensa fatica, dopo otto ore.

L’estremamente bassa temperatura ed il tempo inclemente hanno consentito soltanto una breve sosta per le foto di rito. Uno di loro, appassionato quintanaro, non ha fatto a meno di sventolare il vessillo del rione Giotti. Dopo cinque ore di interminabile discesa sono tornati stremati ma felici al campo base. Il successo dell’impresa è stato possibile grazie al supporto logistico ed alle attività propedeutiche organizzate per tempo da Enrico Baldini Bonini, anch’egli partecipante alla scalata. Dal punto di vista logistico il gruppo era assistito da due guide, un cuoco, tre inservienti e tre conduttori per i quindici cavalli preposti al trasporto del vitto, del bagaglio grosso e delle attrezzature.
La preparazione specifica dei partecipanti è iniziata molto prima della partenza dall’Italia ma si è consolidata con una intensa attività in loco che ha visto i dieci escursionisti impegnati in due distinti trekking. Il primo effettuato in Kashmir ha toccato i 4.000 m di quota. Il secondo, molto più impegnativo, si è svolto nella regione dello Zanskar. Suddiviso in numerose tappe gli escursionisti hanno raggiunto via via quote sempre maggiori arrivando a superare più volte i 5.000 m.

Al di la dell’obiettivo prefissato il viaggio ha consentito di conoscere una delle regioni più inospitali e meno popolate del mondo. Basti pensare che un’area grande 1,5 volte la Svizzera è abitata soltanto da 250.000 persone. Persone con cui il gruppo ha avuto modo di entrare in contatto, così da comprenderne in parte la cultura e la spiritualità, che permea tutta la regione. Spiritualità che si concretizza con i numerosi monasteri disseminati nei villaggi attraversati e che il gruppo non ha mancato di visitare.