Foligno, 28 agosto 2013 - "Profonda indignazione, accompagnata dalla richiesta di fermare per sempre lo sfruttamento degli animali nelle manifestazioni tradizionali", è stata espressa dall'ex ministro, On. Michela Vittoria Brambilla, presidente della Lega Italiana difesa Animali e Ambiente (LEIDAA), alla notizia della morte della cavalla 'Scheggia nel vento', ferita durante le prove della Quintana di Foligno il 17 agosto scorso e soppressa, senza che l'opinione pubblica ne sia stata informata, due giorni dopo, come emerso da indagini svolte da Italian Horse Protection delle quali rende conto il sito animalista www.nelcuore.org.

"E' davvero una vergogna che, facendosi scudo del passato, si mantengano in vita manifestazioni che di culturale non hanno proprio nulla. In questo caso – specifica la parlamentare animalista – l'amarezza è duplice.

Innanzitutto per aver dovuto constatare che al divertimento degli uomini, in nome di una tradizione crudele e anacronistica, è stato pagato per l'ennesima volta il tributo di una vita animale. Colpisce poi la 'segretezza' nella quale è stata avvolta la notizia, evidentemente per il timore di nuove polemiche su una manifestazione che ha già attirato l'attenzione della magistratura per la spietata durezza del trattamento da alcuni riservato ai cavalli durante la preparazione e nelle varie fasi della competizione".


"C'è da vergognarsi di essere italiani – prosegue la deputata del Pdl – a leggere gli atti del processo, concluso nel settembre 2011 a Perugia, a carico dei fantini, dei veterinari, dei proprietari di scuderie che partecipavano alla Giostra di Foligno. Competizione che nel giugno dello stesso anno era stata funestata dalla morte di una purosangue di sei anni, Estrada, durante le prove, mentre nel 2010 si è dovuto abbattere, per frattura insanabile, un cavallo di quattro anni.

"Anche per questa ragione – continua l'on. Brambilla – credo si debba andare ben oltre la 'stretta' su palii e fantini, pur meritoria, contenuta nelle misure predisposte fino ad ora dai vari governi e vietare definitivamente, come previsto in uno dei progetti di legge che ho depositato," l'utilizzo e lo sfruttamento degli animali in tutti gli spettacoli, feste e manifestazioni popolari, pubbliche o private".

Per quanto riguarda i cavalli, aggiunge l'ex ministro, "è necessario prendere atto dell'evoluzione dei tempi e della sensibilità delle persone, e dichiararli - finalmente! - 'animali d'affezione' con tutte le conseguenze del caso, a cominciare dal divieto di macellazione e consumo delle carni equine".

"Anche queste, conclude l'ex ministro Brambilla, sono proposte contenute nei progetti di legge che ho firmato e depositato alla Camera".