Città della Pieve,, 30 agosto 2013- I suoi  ultimi libri, di successo, sono nati in Umbria, nella sua casa di Città della Pieve, luogo in cui Maria Pia Ammirati (vicedirettore di RaiUno) ama trascorrere le sue vacanze estive. «E’ un posto tranquillo, dove riesco a rilassarmi e a coltivare quella che, in fondo, è da sempre la mia passione: scrivere». E proprio a Palazzo della Corgna è tornata a presentare «La danza del mondo» (Mondadori) con Walter Pedullà, Gigi Diberti e Maddalena Santeroni. Un volume in cui si parla dell’amore per indagare e scoprire desideri e passioni ma anche il loro contrario; lo stupro e un totale non-amore. Una fuga seguita da un viaggio, che potrebbero sembrare sinonimi ma non lo sono. Così la protagonista abbandona tutto: un marito, un amante, casa, affetti, carte di credito, cellulare per scendere verso Sud alla ricerca di un senso, attraverso una umanità totalmente diversa, per molti degradata, fino a scontrarsi con la più terribile delle violenze. Un viaggio verso la perdita.
 

Come nasce una simile storia nella mente di uno scrittore? «Un libro nasce nasce sempre in un modo strano. Qui ho voluto creare un personaggio vero, carnale. Le donne oggi non mettono più al centro solo la famiglia. Cercano altro...».

Questo libro è il terzo di narrativa (più ha scritto un’antologia), lei ha vinto anche il Campiello. Come riesce a conciliare questo impegno con una professione totalizzante come la sua?
«Intanto tenendo nettamente separate le due cose, che peraltro usano linguaggi molto diversi. Uno è popolare, l’altro è letterario. E poi lavorando tanto. Ad esempio non guardo la tv la sera, scrivo molto la notte, il sabato e la domenica, soprattutto qui in campagna, a Città della Pieve».
 

Lei ha vinto premi importanti, come il Campiello, schivando quasi completamente la televisione...
«Vero. Evito volutamente il conflitto di interessi per cui declino i numerosi inviti che mi arrivano anche se questo per il mio editore è penalizzante».
 

Che rapporto ha con i lettori? «Dalla selezione del premio Strega per ‘I cani portano via le donne sole’ in poi, è stato un crescendo. Mi fa molto piacere il contatto diretto con chi legge i miei libri".
Trae mai spunto dai personaggi, le storie degli ospiti che vede sfilare sui suoi programmi a  Raiuno? La vita reale insomma...
«Chi scrive romanzi come me alla fine non fa altro che diventare il filtro della realtà. L’unica cosa che non faccio e non farò mai però è prendere spunto dalla cronaca».
 

Ha una dedica particolare da fare? «Alla scrittura. A Vittorini, in particolare, la sua immagine della Sicilia me la sono portata dietro per tanto tempo e oggi la ritrovo nel mio di libro così come lo scandagliare l’animo umano in tutti i suoi aspetti, anche quelli più negativi».
Il prossimo libro è già in cantiere? «Sì sto cominciando a scriverlo, ma ci vorrà del tempo prima che venga pubblicato».
 

Che novità ci proporrà a partire dall’autunno su Raiuno?
«Lascio UnoMattina per occuparmi del pomeriggio di Raiuno. Spero di cambiare molto dando spazio all’attualità ma anche alla cultura, ai libri, alla musica».
Don. Mil.