Terni, 11 fabbraio 2013 - Sono state l'ultimo lavoro di Danilo Donati, due volte premio Oscar per le sue sconografie e i suoi costumi (con Zeffirelli e Fellini), ma l'artista non ha fatto in tempo a vederle proiettate sui grandi schermi che hanno ospitato, dal 2006 al 2008 circa, il "Pinocchio" di Roberto Benigni. Donati è morto nel dicembre 2001 e oggi gli avrebbe fatto sicuramente molto male vedere le scenografie che aveva disegnato e colorato per il suo amico Benigni marcire nell'indifferenza più totale, in un ormai anonimo sito industriale dismesso alle porte di Terni qual è quello di Papigno.

Già, una parte (fortunatamente la meno significativa, visti i risultati) delle scenografie del film di Roberto "Pinocchio", furono donate al Comune di Terni subito dopo l'uscita del lungometraggio. Un gesto di amicizia tra la casa di produzione della famiglia Braschi-Benigni e la città di Terni alla quale ormai il comico toscano si era legato grazie al pluri-decorato "La Vita è Bella".

Era il 2002 e c'er aun grande entusiasmo perchè le scenografie erano molto belle, ideate e in parte realizzate da un premio Oscar come Danilo Donati e inoltre si pensava che il "Pinocchio" di Benigni avrebbe fatto furore sia in Italia, sia, anzi soprattutto in America. E invece il film andò male, ma le scenografie erano comunque un valore ceduto gratuitamente al Comune di Terni che avrebbe potuto sfuttarle dal punto di vista turistico.

Inizialmente si pensò alla realizzazione di un parco a tema "Il parco di Pinocchio" da connettere alla vicina Cascata delle Marmore per sfruttarne e implementarne il flusso di visitatori. Le scenografie regalate al Comue (tra queste anche la scuola di Pinocchio e alcuni pannelli del Paese dei Balocchi) vennero dunque collocate ai amrgini del sito industriale dismesso di Papgni proprio per creare un percorso "verso la Cascata". Per qualche mese funzionò, poi, nel silenzio generale l'operazione ebbe a morire lentamente. L'apertura al pubblico si trasformò in apertura su prenotazione per le scuole e via via anche quella finita nel dimenticatoio.

Oggi quelle scenografie stanno lì, alle intemperie senza che nessuno si prenda minimamente cura di loro. Pioggia, neve, ghiaccio o sole cocente non fa alcuna differenza. E così giorno dopo giorno cadono a pezzi, perdendo di valore e di utilità.

Andrea Fabbri