Amelia (Terni), 26 dicembre 2012 - "Con il mio Governo l'Italia stava bene, era la seconda economia più solida d'Europa". La telefonata di Berlusconi alla comunità Incontro dell'amico Don Gelmini, l'ex sacerdote sotto processo per abusi sessuali,  si trasforma in un monologo politico. "Adesso c'è qualcuno che dice che eravamo ad un passo dal baratro: è una retorica fondata sulle menzogne e sulla falsità. Purtroppo con questa cura dell'austerità, tutto da allora è andato peggio''. E ancora: "Questa leggenda del burrone ha fatto sì che gli italiani cominciassero ad avere paura del futuro e ha portato a sviluppare una mentalità negativa, che li ha portati a consumare di meno e a non investire più. Questo è stato il primo fattore - ha ribadito Berlusconi - per avviare la crisi''. 

Nel suo intervento audio alla festa, cui erano presenti esponenti Pdl (da Gasparri a Giovanardi), il Cavaliere sbandiera i punti del suo manifesto politico. Il copione è il solito: via le tasse, via l'Imu. "Bisogna toglierle dalla testa degli italiani e delle imprese, bisogna abolire quella che va a colpire la prima casa, un bene sacro su cui ogni famiglia ha il diritto di costruire le sue sicurezze''. Poi sventola lo spauracchio 'rosso':  "Credo che abbiamo il dovere di scendere in campo e contrapporci a costoro che ancora si vogliono unire a quella parte della politica che viene dal comunismo ortodosso, cioè dal vecchio Pci". 

Quindi Berlusconi elenca le 'calamità' che pioverebbero con un governo di sinistra.  "Non vorremmo assistere al proliferare di matrimoni gay e all'apertura delle nostre frontiere agli emigranti irregolari, i quali poi otterrebbero il diritto di voto per votare prevalentemente per la sinistra stessa".