Terni, 21 dicembre 2012 - Diventerà presto padre il ragazzo di 25 anni che, lo scorso giugno, mentre stava lavorando in campagna con una macchina operatrice, aveva subito la pressoché completa asportazione dei genitali, unitamente alla perdita dei due terzi inferiori della cute peniena.

Il giovane, a sei mesi dal gravissimo trauma, attualmente è in ottime condizioni di salute, grazie al lavoro combinato di due equipe delle Strutture di chirurgia plastica e ricostruttiva ed andrologia medica ed endocrinologia della riproduzione dell'Ospedale S. Maria di Terni.

Le gravissime lesioni erano state tempestivamente gestite con un intervento eseguito dalla dottoressa Elisabetta Allegretti che, oltre ad impiantare l'unico testicolo recuperato nel sottocute della coscia sinistra, riparando la via genitale con l'ausilio di innesti, ha inoltre ricostruito l'iniziale scuoiamento penieno.

Il paziente è stato poi preso in consegna dalla Struttura di andrologia medica ed endocrinologia della riproduzione, diretta dal professor Riccardo Calafiore, dove si è proceduto a verificare le condizioni del testicolo posizionato nella coscia, apparso molto traumatizzato ma vitale. Dopo l'operazione, la sfida più ardua per i medici era di far riacquistare al paziente la piena funzionalità degli organi genitali, minata dall'anomala posizione dell'unico testicolo recuperato ed impiantato nella coscia, inclusa la capacità di procreare.

Grazie ad una terapia endocrina, riabilitativa vascolare ed anti-infiammatoria, il paziente ha recuperato, nell'arco di 2-3 mesi, la completa funzionalità del pene e dell'organo genitale, riacquistando una normale erezione e una produzione normale di gameti maschili.

Il giovane, come detto, diventerà presto padre. Il successo ottenuto è unico - si legge in una nota della direzione generale dell'ospedale di Terni -, specialmente perché precedenti tentativi, descritti nella letteratura internazionale, erano falliti. Data la portata di questi risultati è in corso di elaborazione una relazione da inviare alla prestigiosa rivista scientifica 'The Lancet' da parte delle equipe che hanno eseguito l'impresa al Santa Maria.

 

Fonte: AGI