Perugia, 12 dicembre 2012 - Venti giorni dopo la testimonianza dinanzi al giudice della detenuta che accusa di violenze sessuali l'ex vicecomandante del carcere di Capanne, Raffaele Argirò, il pubblico ministero Massimo Casucci chiude le indagini contro l'ispettore (ora in pensione). E' il preludio della richiesta di rinvio a giudizio che arriverà nelle prossime settimane.
 
Argirò, accompagnato dal suo legale Daniela Paccoi, è andato intanto in procura a raccontare la sua verità al magistrato che lo accusa anche di concussione: "Non ho mai toccato quella vigilessa ex detenuta, il regolamento non permette agli uomini di accedere nelle celle del braccio femminile". Il difensore ha già anticipato di non voler optare per riti alternativi: ciò significa che per l'ispettore si aprono le porte di un processo lungo durante il quale verranno chiamate a testimoniare "tutte le sue colleghe ed altre detenute".
 
La donna, persona offesa nel procedimento in cui dovrebbe costituirsi parte civile, ha raccontato agli agenti della sezione di polizia giudiziaria i presunti stupri avvenuti in cella solamente anni dopo. Le accuse riguardano infatti episodi avvenuti tra dicembre 2006 e gennaio 2007, quando la stessa era detenuta per accuse dalle quali sarebbe stata successivamente assolta.
 
Il nome di Argirò venne pubblicato dal "Sun" dopo un'altra assoluzione eccellente, quella di Amanda Knox, la quale in un memoriale scrisse che quell'agente "parlava spesso di sesso" e la convocava di notte nel suo ufficio. Di questa storia, però, non ci sono conferme, i legali della stessa Amanda hanno preso le distanze da quelle dichiarazioni e non si è fatta neppure una rapida menzione nell'interrogatorio del 5 dicembre. Secondo Argirò la vigilessa di Milano si è dunque "inventata tutto".
Enzo Beretta