PERUGIA, 23 ottobre 2012 - ELENCARE i numeri della sua intensa attività come chirurgo ortopedico, medico dello sport, docente e ricercatore è praticamente impossibile. Dagli anni ’80 ad oggi (dopo la specializzazione negli Stati Uniti sulle tecniche chirurgiche del ginocchio, del piede, della traumatologia sportiva, delle protesi e delle tecniche artroscopiche) il professor Giuliano Cerulli ha effettuato quasi trentamila interventi chirurgici, 9.500 ricostruzioni del legamento crociato anteriore e oltre 3.000 impianti protesici. Ha pubblicato più di 450 lavori scientifici e presenziato a più di 900 congressi. Fondatore del Journal of Orthopedics è resposnabile medico dell’Ac Perugia dal 1993 e dello staff medico della lega nazionale di calcio dilettanti nonchè consulente di varie squadre di calcio professionistiche.

Cerulli ha sviluppato l’innovativa tecnica artroscopica mini-invasiva «All-Inside» per la ricostruzione del crociato anteriore. Ha allestito l’istituto di ricerca Let People Move riconosciuto dal Miur come laboratorio di ricerca e concretizzato una ‘Cadaver Lab’ con finalità di formazione chirurgica realizzata dalla onlus Nicola’s Foundation. E’ membro del Consiglio superiore di Sanità dal 2006 e ha ricoperto tante cariche importanti (come la presidenza della Società italiana del ginocchio), formato decine e decine di medici chirurghi alla Scuola di specializzazione in ortopedia e traumatologia dell’Università di Perugia passando pure da una breve parentesi di impegno politico in prima persona.
Insomma, una figura di spicco della società perugina, città in cui ha sempre vissuto con la famiglia, che però negli ultimi tempi è stata oggetto di qualche ’cattiveria’ come quella che non sia più lui ad operare. Perchè secondo lei professore»?
«Chissà, forse c’entra in qualche modo la mia parentesi di impegno politico, che era volta a favorire nel mio piccolo un’alternanza per la democrazia. O forse c’entra il fatto che svolgendo un’attività di ricerca enorme — continua — dedico poco tempo alle relazioni, alla vita sociale...»
Si sente ’offeso’?
«No, ho sempre badato a tenere fede ai miei principi, all’impegno professionale, civile e sociale. Contribuire all’associazionismo aiuta a essere meno spocchiosi...».
Tornasse indietro scenderebbe ancora in campo?
«No. Non rinnego l’esperienza perchè è stata interessante, formativa e mi ha fatto conoscere direttamente quell’impegno civile di cui forse un po’ tutti dovremmo occuparci di più. Ma i miei interessi sono altrove».
E si vede. Basta guardare le pareti del suo studio perugino, per vedere le tante foto con dedica di atleti che gli sono grati: calciatori, pallavolisti, corridori, atleti del salto in lungo ma anche attori e professionisti.
«Ad Arezzo — sottolinea ricordando che la sua attività chirurgica si svolge anche a Perugia e in parte a Roma — effettuo oltre 900 interventi chirurgici all’anno con le mie mani. Anche se a Perugia dicono che non è così. Calciatori? Tanti. Da Batistuta a Trezeguet, Frei, Oliveira, Accardi, Zebinà e recentemente Burdisso. Francamente ricordarli tutti però è difficile».
Il Centro europeo di ortopedia e traumatologia avrebbe dovuto nascere a Perugia poi non se ne è fatto più niente...
«Ci siamo allocati ad Arezzo — spiega Francesca, la figlia del professor Cerulli e coordinatrice dei corsi —, scelta proprio perchè città non universitaria e quindi aperta a tutti coloro che vogliono fare attività, importantissima, di formazione nel Cadaver Lab voluto da mio padre. Una struttura unica del genere in Italia e tra le poche in Europa che ogni anno è frequnetata da oltre mille medici tra specializzandi e specialisti».
«Svolgiamo lì corsi di anatomia chirurgica e sperimentale non solo in ambito ortopedico ma anche in altre discipline. Ad Arezzo infatti si fa attività di insegnamento e ricerca nonchè prevenzione e si svolgono studi di bio-meccanica e bio-ingegneria. Siamo all’avanguardia, tant’è che a ottobre 2013 si svolgerà ad Arezzo il congresso internazionale su tendini e legamenti. Pensi, abbiamo battuto la concorrenza di Londra...».
Come finanzia la ricerca?
«Con un’attività di found-rising ma in verità — dice — investo molto anche di tasca mia. Il mio obiettivo futuro è aiutare i meritevoli del gruppo di lavoro e ricerca a raggiungere traguardi professionali importanti».
Lei forma però anche chirurghi nella Scuola di alta specializzazione a Perugia.
«Vero, ci tengo a dire che da lì sono usciti giovani e bravissimi chirurghi come Antinolfi, Trinchese, Caraffa, Lamperini ma anche Potalivo, Bruè e Vercillo e Zamarra. Per non dire di due nomi illustri oggi a Chieti e Milano come Salini e Peretti. Ma ci sono tanti specializzandi bravi che ho mandato negli Usa e tanti stranieri altrettanto bravi che sono venuti ad Arezzo dall’Est e Nord Europa».
Ma Perugia e l’Umbria come le vede?
«Perugia ha una storia splendida ma purtroppo vive la stessa crisi dell’Italia. Non riusciamo più a capire che potremmo essere facilmente competitivi valorizzando ciò che ci è stato tramandato dal passato: arte, storia, cultura bellezza. Siamo molto provinciali e anche un pochino invidiosi... Ma probabilmente anche questo affonda le radici nella storia di questa città».
Il futuro?
«E’ nella ricerca che porterà alla chirurgia non più sostitutiva ma rigenerativa. Bisogna però evitare di prendere lucciole per lanterne. Il gel piastrinico che va tanto di moda oggi in Italia — conclude — è una clamorosa bufala scientifica...».
Donatella Miliani