Perugia, 5 ottobre 2012 - Tragedia familiare tra le mura di casa. Un ragazzo di 17 anni, Ovidio Stamulis, e' morto a Pietrafitta, in provincia di Perugia, a Pietrafitta, frazione del Comune di Piegaro, dopo essere stato aggredito dal convivente della madre, Pietro Cesarini, 59 anni. Il ragazzo è stato colpito con un mattarello. In un primo tempo sembrava che a colpire il ragazzo fosse stato il padre, ma adesso si è chiarita l'identità del presunto assalitore. L'uomo è stato subito fermato dai carabinieri e una volta in caserma ha confessato.

Al momento della tragedia la madre era uscita di casa per andare a prendere l'altro figlio a scuola. Sono stati alcuni vicini, tra cui la moglie di un carabiniere, a dare l'allarme sentendo le urla strazianti. L'abitazione si trova in una palazzina non lontano dal centro di Pietrafitta.

Sembra che il compagno della madre del ragazzo attualmente non lavorasse. Il 17enne è il figlio della donna, romena, che lo ha avuto da un'altra relazione. Con il presunto omicida la donna invece ha un'altro figlio piccolo, fratellastro dunque della vittima. Gli uomini dell'Arma stanno in queste ore indagando su quello che è accaduto.

Ovidio Stamulis avrebbe dovuto lasciare l'abitazione in cui viveva con la madre, il patrigno e il fratello minore. La decisione era stata presa nei giorni scorsi dal Tribunale dei minori di Perugia, e l'assistente sociale avrebbe dovuto accompagnare il 17enne e il fratellino in una casa famiglia di Perugia.

Secondo quanto riferito dai carabinieri, negli ultimi tempi i militari erano intervenuti piu' volte a causa dei litigi che avvenivano in famiglia.

Aveva perso il lavoro da poco il patrigno del ragazzo colpito piu' volte con un mattarello. L'uomo era un camionista ed era stato improvvisamente licenziato da qualche mese. La famiglia aveva quindi gravi difficolta' economiche, ma l'uomo si stava dando da fare per cercare una nuova occupazione, ha spiegato il sindaco di Piegaro, Andrea Caporali, che lo aveva incontrato, una volta. di recente, perche' era andato anche da lui a chiedere un lavoro.

''Mi aveva dato l'impressione di una persona dignitosa - ha detto il sindaco all'Ansa - che stava cercando di risolvere il problema adattandosi a qualsiasi tipo di lavoro''. Per questo si era anche rivolto agli Uffici provinciali del lavoro. Attualmente la mamma del ragazzo lavorava in un ristorante della zona.

La situazione della famiglia, secondo quanto si e' appreso, era per questo all'attenzione dei servizi sociali del Comune ed anche della locale unita' sanitaria. Anche a Pietrafitta, una frazione di un migliaio di persone in cui tutti si conoscono, in molti si stavano dando da fare per offrire loro un aiuto, ha spiegato ancora il sindaco, al quale il ragazzo ucciso e' stato descritto come ben inserito nella comunita' e benvoluto da tutti.