Terni, 29 settembre 2012 - Nove persone sono finite in carcere, di cui tre napoletani, quattro ternani, un romeno e una guardia giurata di un istituto privato originaria del capoluogo partenopeo che da tempo risiede e lavora a Terni. E' questo il risultato dell'operazione condotta dai carabinieri del comando provinciale di Terni nei confronti di quella che gli investigatori ritengono una associazione per delinquere finalizzata a compiere rapine in banca e ai danni di portavalori.

Due gli episodi contestati. Una rapina a un portavalori che aveva fruttato 105 mila euro e una tentata ai danni di una banca di Terni quando i malviventi erano stati bloccati prima dell'ingresso nell'istituto di credito. Nel corso dell'indagine, i carabinieri del comando provinciale di Terni - guidato dal colonnello Giuseppe Alverone - hanno sequestrato armi e soldi.

Nel corso dell'indagine, i carabinieri avrebbero scoperto che la guardia giurata, ritenuta la ''talpa'' della presunta banda, sarebbe coinvolta anche nella rapina avvenuta pochi giorni fa a Orvieto, dove i rapinatori portarono via un bottino da 320mila euro.Si tratterebbe di un 54enne originario di Casalnuovo (Napoli), ma da anni residente a Terni dove lavorava come vigilantes in un istituto di vigilanza privato.

A lui e agli altri otto arrestati, l'ordinanza di custodia cautelare in carcere firmata dal gip di Terni Pierluigi Panariello contesta le accuse di associazione a delinquere, rapina, porto e detenzione di armi, ricettazione e porto di oggetti atti a offendere.Tra loro anche una coppia di coniugi ternana (66 anni lei e 60 lui) e un barista ternano di 44 anni che avrebbero fornito aiuto logistico, e un altro ternano 61 enne, considerato altra figura di spicco del gruppo. 

Le rapine alla base del provvedimento restrittivo erano entrambe avvenute a Terni all'inizio dell'anno: nel primo caso, il 12 gennaio scorso in strada di Camminata, il furgone di un portavalori di un istituto di vigilanza, con a bordo due guardie giurate (un uomo ed una donna), era stato urtato violentemente da una Toyota 4 Runner con a bordo due rapinatori (identificati poi in un 26enne romeno e nel 61enne ternano) con passamontagna in testa ed armati con pistola e fucile, che avevano portato via circa 105.600 euro, per poi fuggire a bordo di una Ford Fiesta guidata da un complice.
 

L'altra rapina contestata e' quella tentata ai danni della agenzia della Cassa di risparmio di Terni in via Brodolini, il 23 marzo scorso. Due degli arrestati (un 44enne e un 47enne di Napoli) si sarebbero presentati all'ingresso della banca, mentre un complice, un 37enne sempre napoletano, faceva da palo, stando seduto su una panchina poco distante. I tre erano stati arrestati per tentativo di rapina prima di entrare nella banca (fino a stamani erano ai domiciliari).

Gia' a gennaio - secondo quanto riferito stamani in una conferenza stampa tenuta dal comandante provinciale di Terni dei carabinieri, Giuseppe Alverone - da una fonte confidenziale i militari avevano appreso che in zona agiva un'associazione criminale che si avvaleva delle ''dritte'' di una guardia giurata per i suoi colpi. La svolta nelle indagini il 9 marzo scorso quando, nelle campagne di Molenano, a Stroncone, erano stati trovati, in un'auto abbandonata, due fucili semiautomatici a pompa e una pistola calibro 12, risultata sottratta a una delle guardie giurate nel corso della rapina del 12 gennaio.
 

C'erano anche due guanti in pile, dove e' stata poi rilevata la presenza di un profilo genetico pienamente sovrapponibile a quello del 61enne ternano arrestato oggi. Nel corso dell'attivita' investigativa - sempre in base a quanto riferito stamani - sono stati anche raccolti elementi che comproverebbero l'implicazione del vigilantes (escluso, al momento, il coinvolgimento degli altri arrestati) nella rapina di mercoledi' scorso a Orvieto alla societa' di carburanti Icm.

Anche in questo caso l'uomo avrebbe fornito informazioni ai due rapinatori, ancora latitanti. A casa di una donna ternana (nei suoi confronti sono in corso accertamenti) sono stati trovati 35 mila euro in contanti ritenuti parte del bottino della rapina, 320 mila euro.