Perugia, 31 luglio 2012 - Quattro mesi dopo il delitto di Cenerente, la terribile notte nella quale furono torturati e uccisi l’ex orafo Sergio Scoscia e l’anziana madre Maria Raffaelli, il sostituto procuratore Claudio Cicchella che ha coordinato l’inchiesta della polizia firma il nullaosta per la restituzione dei cadaveri. E’ il lasciapassare che dopo ben 116 giorni permette ai familiari di celebrare i funerali. Senza l’ok del pm, che ha atteso le risultanze medico-legali, era impossibile celebrare il rito funebre.
 

E’ la possibilità per Marcella e Valerio — rispettivamente la figlia e il nipote delle vittime che la mattina del 6 aprile trovarono i cadaveri nella stanza da letto della casa messa a soqquadro — di poter avere un luogo in cui pregare i loro cari. Probabilmente potrebbero essere seppelliti nel minuto cimitero di Maestrello.


L’ultimo saluto a Sergio e Maria con ogni probabilità si svolgerà in settimana, mentre ancora si attende dall’Albania l’estradizione di Artan Gioka e Ndrec Lasca. Ai due presunti assassini il tribunale del Riesame ha già negato la libertà — avranno una seconda chance dopo l’interrogatorio di garanzia col gip Lidia Brutti —, come d’altronde la libertà è stata negata ad Alfons Gjergji, considerato dagli inquirenti l’«autista» della banda alla ricerca dell’oro. Recentemente monsignor Gualtiero Bassetti ha nominato come nuovo parroco di Cenerente don Franco Bucarini. Dovrebbe essere quest’ultimo a celebrare le esequie, molto probabilmente alla presenza dello stesso vescovo.


«Se la mia presenza sarà gradita — aveva detto il vescovo in una precedente occasione — sarò qui per presiedere alla celebrazione dei funerali di Maria Raffaelli e Sergio Scoscia, perchè mani assassine hanno colpito un nostro fratello e una nostra sorella a pochi metri da questa chiesa». E ancora: «E’ un delitto che mi ha sconcertato e offeso — aveva detto il presule — sia nella mia dignità di uomo che in quella di sacerdote».
 

Enzo Beretta