Perugia, 20 giugno 2012 - Hanno provocato i carabinieri che controllano l’acropoli da settimane per evitare che faccia da sfondo alla guerriglia urbana tra spacciatori extracomunitari. Li hanno derisi, insultati, oltraggiati. Cercando in ogni modo una reazione. Uno tra loro si è abbassato i pantaloni mostrando ai militari, e a quanti stavano in piazza, le natiche. Per ben tre volte dividendo la piazza tra indignati e sobillatori. Fino a costringere i ragazzi in divisa a identificarlo.


E allora alle 1.30 hanno fatto scoppiare il caos sulle scalette del Duomo. Colpendo i carabinieri con pugni, facendo fuggire l’identificato (e addirittura trascinandolo fuori dalla gazzella), prendendo a calci l’auto di servizio.
Piazza IV Novembre ha fatto di nuovo da cornice a dieci minuti di folle violenza. Sarò stato l’alcol a fiumi (aumentato dai festeggiamenti per l’Italia) che scorre nonostante le ordinanze comunali, ma stavolta l’arroganza è diventata aggressione. Pericolosa. E i protagonisti dell’ennesima notte di paura non sono spacciatori extracomunitari. Ma giovani studenti universitari, incensurati.
 

In manette sono finiti in quattro accusati di lesioni, resistenza a pubblico ufficiale, favoreggiamento e interruzione di pubblico servizio (un quinto è stato denunciato a piede libero). Si tratta di Marian Amarandi, rumeno di 24 anni, Emanuele Limoli, 24 anni di Catania, Nicola Pili, 23 anni e Giorgio Cocciaretto di Porto San Giorgio (29 anni).

Quest’ultimo è lo studente universitario vicino di casa di Meredith Kercher. Insieme agli altri ragazzi marchigiani viveva a piano terra del casolare di via della Pergola, teatro del delitto della studentessa. E proprio lui — secondo la ricostruzione dell’Arma — sarebbe stato il primo a incitare la folla a reagire contro il legittimo controllo dei carabinieri, tanto che la procura gli contesta anche l’istigazione a delinquere.


Guarda che carabinieri di merda! — urlava davanti al Duomo — Siete dei cani, siete dei pezzi di merda, andate da quei bastardi e tirateglielo dalle mani (per far fuggire l’identificato ndr)... Ci state militarizzando’. Gli altri avrebbero preso a pugni in volto i militari, a calci tanto da provocare a uno lesioni al bulbo oculare.
 

Ma sono in cella. La procura — l’indagine è diretta dal pm Giuliano Mignini — ha usato il pugno duro e li ha fatti trasferire in carcere a Capanne dove stamattina dovranno rispondere al gip Luca Semeraro.
E spiegare il perchè di una reazione incredibile e sconcertante.
 

Erika Pontini