Perugia, 29 febbraio 2012 - «IL MIO LEGAME con l’Umbria? E’ dovuto a ‘enne’ motivi. Il primo dei quali mi riporta alla mente una persona a me particolarmente cara, che non c’è più: mio zio Edoardo. L’Assisi che lo attirava per la sua spiritualità, lui che aveva studiato filosofia religiosa all’Università di Princeton. Lui che mi ha raccontato tante volte la Città Serafica, descrivendomi tra l’altro la magia della storica giornata dell’Incontro tra le Religioni. Assisi l’ho subito ritrovata al primo sguardo non appena arrivato qui. Ed è stata un’emozione forte pensare ancora a lui. Una persona cui ho voluto e continuo a volere un profondo bene... ». Lapo Elkann, creativo imprenditore italiano, è personaggio noto in tutto il mondo per il suo stile sempre unico, ma anche per la sua simpatia. Uno che non ha bisogno di particolari presentazioni. A Perugia, dove La Nazione lo incontra in esclusiva al ristorante «La Vaccareccia» in compagnia del suo dentista di fiducia Giampaolo D'Alessandro (che pur avendo altri due studi nelle vie più eleganti del centro di Milano e Mosca preferisce far venire i suoi clienti Vip in Umbria <La mia regione è bellissima _ dice _ e puntualmente quando la scoprono i miei pazienti se ne innamorano>), Lapo appare solare e rilassato e decide di svelare quello che fino ad oggi in pochi, e nemmeno quelli che lavorano per lui, sapevano.
«Una delle ragioni delle mie visite in questa terra, estremamente piacevole e incantevole, e non lo dico per piaggeria, è la presenza qui di una struttura che produce denim di eccellenza per uno dei marchi che fanno capo alla mia Holding: Care Label srl».
Uno dei suoi business creativi, dunque, ha sede in Umbria?
«Esatto, proprio ai piedi di Assisi. E’ qui che con lo stilista Leopoldo Durante e la famiglia Fedeli abbiamo dato corpo nel 2008 a un progetto che sta ottenenendo ottimi risultati in termini di crescita del fatturato e della penetrazione di mercato». «Si tratta — spiega poco dopo al telefono lo stilista, che Lapo coinvolge subito nell’intervista spiegando: ‘Siamo una squadra molto affiata’ — di un prodotto costruito in esclusiva con telai non industriali che risalgono agli anni ’50. Un jeans in denim cimosato di alta gamma, ricercato nei materiali e curato nei dettagli, con lavaggi e trattamenti realizzati a mano che rendono ogni capo un prodotto unico, personalizzabile con rifiniture differenti».
«E tutti eco-friendly», fa notare Lapo che intanto scherza con il dentista e con Tommaso Crocchioni, il fotografo de La Nazione, i quali non esitano a dichiarare la loro fede interista.
Ma un commento su Milan-Juve di domenica scorsa?
«No, di questo non parlo», risponde secco come se qualcuno gli avesse toccato un nervo scoperto. Consapevole che qualunque cosa dica finirebbe per essere, comprensibilmente, enfatizzato.
Ma era a San Siro?
«Ero allo stadio sì, con il mio nipotino di 8 anni...».
Inutile insistere. Sul calcio l’unico accenno a un allenatore che gli sfugge è quello su Mourinho.
«Lo conosco bene. E’ bravo».
E allora il discorso torna sull’Umbria...
«Una regione bella, in cui tra l’altro il rapporto tra qualità e costo della vita è ottimo. Nessun furto a livello di prezzi. Forse è un po’ sottovalutata ma nemmeno poi tanto — aggiunge, mentre accarezza lo splendido cucciolo di pastore maremmano del proprietario del locale che lo contraccambia con sguardo soddisfatto —. Se gente come il regista George Lucaks ha comprato qui una casa frequentata da Martin Scorsese, Spielberg, De Niro & co, che apprezzano luoghi e stile di vita, qualcosa vuol dire. Senza dubbio è un luogo in cui trovare ispirazione per alimentare la creatività».
Brunello Cucinelli dice che va preservata dall’invasione delle folle e che la sua vocazione è quella del silenzio, del vivere slow, del buon mangiare, della bellezza dei luoghi.
«Non a caso questa è una terra che produce eccellenze. Cucinelli ha un’azienda che ha grande appeal anche per il contesto in cui è inserita. Il suo è un marchio di qualità assoluta che fa bene all’Italia intera. Quando lui, con i suoi prodotti, si fa conoscere all’estero, veicola il suo marchio ma anche un’immagine vincente dell’Italia. Il Paese che io amo, tutto, indistintamente, dal nord al sud. Credo profondamente nei valori dell’italianità».
Certo, se all’estero ci conoscessero un po’ di più...
«Questa è la vera questione. Riuscire a promuoversi come Paese che ha non una, ma tante eccellenze in tutto il territorio».

di DONATELLA MILIANI