Perugia, 11 dicembre 2011 - «NONNINA», una cagnetta di taglia piccola, è stata lanciata da un’auto e abbandonata sulla strada. Darcy, invece, è un fiero e maestoso Corso. Una famiglia lo ha comprato dieci anni fa per fare la guardia all’abitazione, ma è diventato vecchio e i padroni lo hanno portato in canile. Gettato via, come un antifurto da giardino che non funziona più. E ora attende in silenzio, accanto a tanti altri cani, in un luogo dove fa buio presto e si ha poco tempo per correre sull’erba. Le storie sono tante, gli esempi numerosi. Perché in pochi sono disposti ad adottare i cani anziani del canile. E restano lì in gabbia per anni, alcuni animali per sempre. Le loro foto, le storie e gli appelli adesso trovano spazio in rete: i volontari perugini curano dei gruppi su «Facebook» per trovare una famiglia a questi ‘vecchietti’. Come la pagina sul social network «Adotto un cane anziano», che conta oltre settemila fan. Tutti uniti dall'amore per gli animali, persone da lodare che danno l'esempio. 

A SPIEGARE come funziona è Eliana Cerasa, da dodici anni volontaria al canile di Assisi. «Grazie alle nuove tecnologie oggi le adozioni sono aumentate — dice —. In passato il numero degli animali nella struttura era maggiore, anche perché poca gente aveva la possibilità di conoscere gli amici a quattro zampe che cercavano famiglia». Eliana, insieme alla responsabile Sara Cagliesi e alle volontarie Barbara, Lorena, Francesca e Marzia ogni giorno si impegna per dare nuova vita ai cani senza più padrone. «In Umbria le cifre sono elevate — continua —. Nella struttura dell’Enpa a Collestrada, per esempio, ce ne sono circa 350, un centinaio nell’altra. Più tutti quelli dei canili privati. Il messaggio che vogliamo lanciare è quello di evitare di comprare un cucciolo, prima bisognerebbe fare un giro nei canili e se possibile adottare un animale. Cerchiamo di sensibilizzare la gente a visitare le strutture». I vantaggi ci sono: «I cani sono tutti vaccinati, chippati e le femmine sterilizzate».
 

IL LAVORO è complesso. I volontari valutano la famiglia intenzionata a prendere un cucciolo, verificano luogo e condizioni dove andrà a vivere. «Ma purtroppo ci sono cani che dopo anni ancora non hanno una casa», dice Eliana. Come la cagnetta «Sonia». Quando arrivò in canile si nascondeva e tremava, eppure non faceva freddo. «Appena vedeva la scopa per pulire o quando sentiva il rumore del chiavistello della sua gabbia aprirsi fuggiva terrorizzata in un angolo — si legge sul gruppo Facebook —. Quante botte e soprusi ha dovuto sopportare?». Oggi Sonia è più serena, non si agita più, non cerca di nascondersi. Restano i suoi occhi tristi: «Anche lei, come tanti cani anziani, cerca una famiglia per non morire in una gabbia. A Natale fatevi un regalo: date affetto. Con un’adozione».